Imperia. Ha compiuto 18 anni da appena un mese, D.K., il giovane tratto in arresto ieri dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Imperia per la tentata estorsione ai danni di un coetaneo più debole. Il giovane, che già in passato aveva dato segnale di una spiccata propensione a delinquere, dopo il precoce abbandono degli studi e la frequentazione con ragazzi più grandi (distintisi anch’essi nel contesto locale per la consumazione di piccoli reati) è tornato sotto l’attenzione dei carabinieri.
Quando era ancora minorenne, il giovane era stato protagonista in una vicenda penale con un gruppo di ragazzini, una “baby-gang”, tutti coetanei, che per racimolare qualche somma di denaro non esitavano a costringere, con violenze fisiche e psicologiche, i più deboli del “branco”, in evidente condizione di assoggettamento, a rubare in casa di parenti ed amici. La “baby-gang”, tuttavia, allora scoperta dai carabinieri e decapitata con l’arresto di due componenti maggiorenni, emersi quali ideatori e protagonisti dell’azione criminale, non aveva interrotto il disegno delittuoso. Anzi: si sono spinti oltre, iniziando a porre in essere atteggiamenti molto vicini a quelli della delinquenza più “evoluta”, con ulteriori estorsioni e tentando addirittura di indurre i testimoni nel processo in corso a ritrattare le accuse o modificare le dichiarazioni.
Il diciottenne si è particolarmente distinto nell’attuazione di questa strategia, prendendo di mira uno dei ragazzi del gruppo – quello che probabilmente appariva più debole – ed ha iniziato a chiedergli soldi poiché, per colpa sua, “doveva pagarsi l’avvocato”.
Alle richieste verbali sono seguite anche minacce e violenze fisiche in presenza di altri coetanei; la vittima, fortunatamente, si è rivolta ai carabinieri, che hanno prestato la loro assistenza nel difficile momento della denuncia dell’evento, rassicurandola e garantendo un intervento risolutivo. momento che è arrivato quando estorto e militari si sono fatti trovare nel luogo imposto da K.D. per il ritiro della somma di denaro. Per il giovane si sono quindi aperte le porte del carcere e dovrà rispondere ora del reato di estorsione. Inoltre, l’arrestato ha raggiunto il luogo prefissato per la consegna del denaro a bordo di uno scooter rubato, e per questo verrà anche processato per la ricettazione del motorino, che nel frattempo è stato restituito al legittimo proprietario.
Il quadro che emerge da questa brutta vicenda è che, sempre più spesso, dei ragazzi giovanissimi – forse non considerando i modelli positivi che gli vengono offerti o in mancanza di luoghi di aggregazione che possano portare al miglior sviluppo del carattere e della personalità – si rendono protagonisti di reati, anche gravi, forti dello spirito di aggregazione che il gruppo stesso fornisce e della presunta impunità di cui talvolta godono, soprattutto quando i fatti che commettono non vengono denunciati: la “baby-gang”, con le sue “scorrerie”, con i comportamenti prevaricatori verso i “non affiliati” e le condotte antisociali, con i piccoli atti di inciviltà nei luoghi pubblici del capoluogo, di fatto alimenta sé stessa.
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