24 progetti di recupero per i Luoghi del Cuore, il FAI interverrà sul Casello del Dazio a Pieve di Teco

L’obiettivo è la riapertura del bene alla fruizione pubblica
Pieve di Teco. Il restauro di una tela seicentesca, custodita in una piccola chiesa al centro di un borgo, oppure il supporto a un comitato locale che chiede la tutela di un’area naturale sembrano piccole azioni, ma rappresentano in realtà atti importantissimi per le comunità che considerano quei beni e quei paesaggi un simbolo delle proprie origini e tradizioni. Sono questi due esempi dei 24 progetti di intervento e valorizzazione che il FAI – Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha deciso di sostenere a un anno dalla chiusura dell’ottava edizione de I Luoghi del Cuore, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare, cui hanno partecipato nel 2016 oltre 1,5 milioni di persone. Grazie al loro voto ha trovato voce un patrimonio prezioso, spesso considerato minore, ma di fondamentale valore identitario, che ora potrà essere salvato.
Saranno 15 le regioni coinvolte dagli interventi, per i quali verranno stanziati complessivamente 400mila euro. Si sta lavorando sui progetti che riguardano i vincitori: il Complesso monumentale di Bosco Marengo (AL), al secondo posto della classifica, le Grotte del Caglieron a Fregona (TV) al terzo, che beneficeranno di un contributo, rispettivamente di 40.000 e 30.000 euro, in virtù del loro posizionamento. Anche il Tempietto di San Miserino a San Donaci (BR), il più votato nelle filiali Intesa Sanpaolo, riceverà 5.000 euro destinati a migliorarne la fruibilità. Il Castello di Sammezzano a Reggello (FI), vincitore del censimento, invece, è in una situazione particolare: in seguito all’annullamento dell’asta dello scorso 9 maggio, che aveva visto l’assegnazione del bene a una società araba, la proprietà è tornata al custode giudiziario. Per questo il FAI ha sospeso qualsiasi decisione in merito a un possibile intervento e congelato il contributo di 50.000 euro a favore del castello, in attesa di sviluppi chiari circa la nuova proprietà, i suoi progetti e la possibilità di mantenere una fruizione pubblica, anche parziale, dell’edificio.
Gli altri 21 luoghi sono stati scelti nell’ambito delle Linee Guida per la selezione degli interventi: tra i 193 beni che hanno ricevuto almeno 1.500 segnalazioni e che hanno potuto accedere alla selezione, 77 hanno presentato una richiesta di intervento, candidandosi a ottenere il contributo economico oppure le istruttorie condotte dagli uffici della Fondazione per tutelare contesti minacciati. Le proposte sono state vagliate da una commissione FAI composta da archeologi, architetti e storici dell’arte, secondo otto parametri di valutazione: numero di voti al censimento, qualità e innovazione del progetto proposto, possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, valenza storico e artistica o naturalistica, importanza per il territorio di riferimento e urgenza. Come nelle scorse edizioni, le valutazioni sono state condivise con i Segretariati Regionali del MiBACT. Salgono così a 92 i progetti sostenuti a partire dal 2003, anno della prima edizione del censimento.
In Liguria il FAI sosterrà, con un contributo di 11.000 euro, un intervento a favore della Chiesa di San Michele Arcangelo a La Spezia – al 12° posto della classifica nazionale con 18.558 voti. Costruita nel 1348 come ampliamento di un edificio preesistente, testimoniato da un’iscrizione posta alla base del campanile e dai muri risalenti all’Alto Medioevo, nei secoli è stata più volte rimaneggiata, fino a raggiungere l’aspetto attuale all’inizio del XX secolo, con la decorazione dell’abside in stile neogotico. Gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa venne trascurata e usata come magazzino nel dopoguerra. Ulteriori utilizzi impropri hanno provocato un significativo degrado che ha spinto un gruppo di cittadini a intraprendere iniziative di sensibilizzazione. Già votata al censimento nel 2012 e nel 2014, la chiesa ha recentemente beneficiato di un contributo che ha permesso i restauri degli affreschi del presbiterio. Ulteriori lavori, tra cui uno scavo archeologico, sono in corso, ma lo stato di conservazione dell’edificio resta precario.
L’intervento sostenuto dal FAI e da Intesa Sanpaolo e presentato dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo, permetterà il restauro dei due altari laterali del XVII secolo. L’intervento, che rientra in un progetto di recupero complessivo del bene già in corso, prevede una prima fase di consolidamento degli altari, alla quale seguirà il discialbo e la pulitura delle superfici. Infine verranno reintegrati gli stucchi ricostruendo le parti mancanti. I lavori permetteranno la riapertura della chiesa alla fruizione pubblica e la restituirà agli abitanti donando dignità ad un luogo così significativo per l’identità della comunità spezzina.
Il lavoro del FAI si concentrerà anche sul Casello del Dazio a Pieve di Teco – al 156° posto della classifica con 1.892 voti – attivo probabilmente a partire dal XVII secolo, all’interno di un edificio che custodisce interessanti dipinti murali con scene di paesaggio. Posizionato nel mezzo della rotatoria lungo la strada statale 28, da sempre fondamentale arteria viaria dal Piemonte al Ponente ligure, il casello rappresenta per la comunità locale un “cartello di benvenuto”. Oggi versa in stato di completo abbandono: il tetto è compromesso e l’acqua ha fatto cedere una delle travi che reggono la pavimentazione del secondo piano danneggiando gli affreschi. Il FAI sosterrà l’Associazione culturale WePest nella definizione di un protocollo d’intesa tra il Comune di Pieve di Teco, ANAS e l’Associazione stessa, finalizzato al recupero del casello. L’accordo prevede l’impegno del Comune a progettare il recupero del bene, il reperimento dei fondi necessari a coprire i costi dei lavori da parte dell’Associazione e la concessione dell’edificio in comodato d’uso al Comune da parte dell’ANAS, proprietaria del bene. L’obiettivo è la riapertura del bene alla fruizione pubblica.
Il FAI sosterrà, con il contributo I Luoghi del Cuore di 12.000 euro, un innovativo progetto di valorizzazione per Pelagos, Santuario internazionale per i cetacei del Mediterraneo – al 59° posto della classifica con 5.555 voti. Tratto di mare di straordinaria rilevanza naturalistica, il Santuario internazionale Pelagos, istituito nel 1999 su un’area di circa 87.500 km2 tra Liguria, Toscana, costa francese continentale, Corsica e Sardegna settentrionale, è la zona marina protetta più estesa del Mediterraneo, oggetto di un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco che prevede la conservazione dei mammiferi marini. Pelagos è inoltre un’Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea (SPAMI) secondo la convenzione di Barcellona – strumento giuridico delle Nazioni Unite per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento – in quanto costituisce una zona marina e costiera caratterizzata da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.
L’impegno dei tre Stati che hanno ratificato il trattato internazionale, a seguito di grandi pressioni del mondo della ricerca e delle associazioni ambientaliste, è quello di tutelare i mammiferi marini di ogni specie e il loro habitat, proteggendoli dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane, come l’inquinamento delle acque dovuto agli scarichi dalla terraferma, le collisioni tra navi e mammiferi marini, fino alla regolamentazione della pesca – vige infatti il divieto di cattura, ma gli animali possono rimanere impigliati nelle reti dei pescatori. Nonostante la sua unicità, il Santuario dei cetacei è meno conosciuto di quanto meriti e necessita di un’adeguata valorizzazione.
L’intervento sostenuto dal FAI e da Intesa Sanpaolo, assoluta novità nell’ambito degli interventi Luoghi del Cuore per la tipologia di Bene e la stessa tipologia di intervento, prevede tre fasi: una campagna di sensibilizzazione, una di mitigazione del disturbo e una di “citizen science” per la segnalazione degli avvistamenti dei cetacei, in particolare della specie del grampo, priva di avvistamenti recenti. Il progetto, innovativo nel contenuto in quanto prevede un sistema web di mappatura delle diverse specie “dal basso” grazie al coinvolgimento dei diportisti, viene presentato da Tethys Onlus, ente di rilievo scientifico riconosciuto a livello internazionale e coinvolge un ampio tratto di mare disturbato dall’intensa attività umana. L’obiettivo che anima l’intervento è quello di promuovere una fruizione del territorio rispettosa dei valori naturalistici e di un turismo di qualità.
Il lavoro del FAI non si esaurisce qui: con l’aiuto della passione degli italiani, vorremmo scoprire e restituire al Paese moltissimi altri luoghi. L’appuntamento è per la prossima edizione del censimento, la nona, che verrà lanciata a maggio 2018. Per continuare a seguire il progetto: www.iluoghidelcuore.it
La partecipazione collettiva al bene comune è un principio che il FAI condivide pienamente con Intesa Sanpaolo, vicina alla Fondazione dal 2004, un interlocutore attento e sensibile che – attraverso le 4.100 filiali del Gruppo in tutto il Paese – dà un contributo capillare e decisivo all’affascinante progetto di restituire agli italiani alcuni dei luoghi votati.