Braccio di ferro

Sui costi di gestione del depuratore di Imperia il Consiglio di Stato incarica un perito

Capacci: " Non è vero che al Tar il Comune è stato condannato"

riviera 24 depuratore imperia giugno 2016

Imperia. Solo un perito potrà capire se il Comune ha agito correttamente sui pagamenti della gestione del depuratore di Imperia. Il doppio ricorso, prima al Tar poi al Consiglio di Stato, suona come una doccia fredda per la Veolia, la società che gestisce l’impianto.

“Nel ricorso presentato al Tar in sostanza – spiega il sindaco Carlo Capacci – non è vero che è stato condannato il Comune. Anzi. I giudici hanno detto il contrario confermando che quanto avevamo pagato era corretto”.

Secondo step della vicenda è stato il ricorso presentato al Consiglio di Stato sempre da parte della Veolia Water Technologies Italia, ex Attilio Ferrero Spa.
I giudici hanno deciso di affidare una perizia contabile a Mara Zuccardi Merli (docente ordinario di economia aziendale dell’università di Genova), per accertare i reali costi di gestione dell’impianto.

Anche in questa fase il Comune si è dovuto difendere in giudizio visto che i ricorrenti contestavano la cifra stabilita dal Tar per poter gestire il depuratore. I legali incaricati erano Enrico Panero e Loriano Maccari. Tra l’altro dal Comune viene precisato che “l’ente vanta 1,2 mln di euro e Veolia è stata pagata per i canoni di gestione come determinati nel contratto del 1989”.

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