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Gli studenti delle medie di Roverino a scuola di legalità, Sen. Albano “La criminalità organizzata è anche qui nel nostro territorio”

16 ottobre 2017 | 12:17
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Gli studenti delle medie di Roverino a scuola di legalità, Sen. Albano “La criminalità organizzata è anche qui nel nostro territorio”
Gli studenti delle medie di Roverino a scuola di legalità, Sen. Albano “La criminalità organizzata è anche qui nel nostro territorio”
Gli studenti delle medie di Roverino a scuola di legalità, Sen. Albano “La criminalità organizzata è anche qui nel nostro territorio”
Gli studenti delle medie di Roverino a scuola di legalità, Sen. Albano “La criminalità organizzata è anche qui nel nostro territorio”

All’IC Cavour di Roverino l’autista e amico del giudice Falcone Giuseppe Costanza ha presentato il libro ‘Ti spiego la mafia’

Ventimiglia. Giuseppe Costanza, autista e amico del giudice Giovanni Falcone, miracolosamente sopravvissuto alla strage di Capaci nella quale persero la vita il magistrato, la moglie e gran parte della sua scorta, questa mattina alle medie di Roverino è stato il protagonista dell’incontro dal titolo «Ti spiego la mafia» dove ha reso tutti i presenti partecipi della sua eroica e dolorosa vicenda. Costanza ha scelto le scuole di Ventimiglia insieme a sole altre 13 scuole italiane per portare il suo messaggio di civiltà e fermezza, in quanto esempio di scuola impegnata nel campo della legalità, della lotta alle mafie.

All’evento, presso l’IC Cavour di Roverino, era presente anche la senatrice Donatella Albano, in prima linea per la lotta contro la mafia, a riguardo ha affermato: “E’ doloroso affermarlo, ma la criminalità organizzata è anche qui nel nostro territorio, come ribadito dalle sentenze giudiziarie. Sono membro della commissione Antimafia, e credetemi, per me e gli altri membri della commissione è davvero doloroso constatare quanto ci sia da fare per contrastare la diffusione del fenomeno mafioso anche in territori che si consideravano “fuori pericolo”, territori in cui si riteneva che la mafia fosse un problema solo siciliano, o che peggio, qualche siciliano esagerava, come fu anche nel caso di Giovanni Falcone, non dimentichiamolo, che fu attaccato da parte degli organi di stampa e da qualche collega per la sua attività di informazione sulla mafia sulla stampa nazionale e in televisione, in particolare per la sua memorabile partecipazione al Maurizio Costanzo Show, programma allora seguitissimo, lo accusarono di essere un magistrato in cerca solo di visibilità”.

E ancora: “Il contrasto alle mafie non è solo un compito quotidiano delegato alla magistratura, alle forze dell’ordine, alle istituzioni, ci riguarda tutti come cittadini, ognuno di noi può e deve fare la propria parte, con coraggio. E non dico che sia facile, perchè non lo è. Non lo è stato per me – raccontando la sua diretta testimonianza – quando sono andata dai Carabinieri a fare la mia denuncia, che innescò indagini che poi portarono a condanne giudiziarie, sono stata minacciata e sono stati minacciati anche i miei cari. Ma sapevo, e così la mia famiglia, che io questa denuncia la dovevo fare, che mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi avrebbe danneggiato moltissime persone. E non sono stati mesi e anni facili quelli successivi, ma il senso civico e l’amore per il nostro Paese ci impone di essere coraggiosi, anche quando ci sentiamo soli e magari anche attaccati da chi dovrebbe essere solidale con noi, come accadde anche a Falcone.

Quando con la Commissione Antimafia, visitai gli uffici del pool antimafia di Falcone a Palermo, fu per me una grandissima emozione. Perchè quei luoghi contribuivano a rendere concreta e presente la storia di quei giorni, giorni dei quali va ricordato come il lavoro antimafia di Falcone non fu per niente semplice, non solo per il marcio che si trovava ad aggredire, ma per il clima di sospetto e invidie che si creò tra politici, giornalisti e colleghi magistrati contro di lui. Ringrazio il signor Costanza – ha concluso la Senatrice Albano – perchè con la sua testimonianza fa sì che quanto accadde allora non sia lettera morta, affidata solo una cronaca che racconta solo quanto di positivo lasciò quell’esperienza del pool antimafia, come un qualcosa che accadde 25 anni fa e basta, ma può restituire le mille sfumature di grigio di una vicenda che purtroppo è ancora attuale”.