Tribunale

De Iaco e le telefonate dalla cella, i testi in aula raccontano i rapporti con l’imputato

Una storia che risale all'anno scorso ricordata a palazzo di giustizia

Arrestato Andrea De Iaco sparatoria Decò

Sanremo. Telefonate estorsive dal carcere di Valle Armea effettuate da Andrea De Iaco, 43 anni, imputato in un processo in corso a Imperia da un cellulare che era stato usato inizialmente da detenuti sudamericani. Telefonate riferite ad un debito per un’auto venduta, una Bmw X5, e non pagata per una somma iniziale di 55 mila euro. Questa mattina in aula é stato ascoltato un carrozziere, ex detenuto che aveva conosciuto De Iaco in carcere. “Un giorno avevo ricevuto una telefonata ma credevo che fosse ai domiciliari. Mi aveva proposto di lavorare con lui per vendita di auto. Mi aveva chiesto di andare da B. S. a recuperare soldi che vantava De Iaco”.

Ascoltata la madre di B. S. “Non ci aveva mai detto nulla di questa macchina. Ero andato a trovare mio figlio in carcere per scoprire che c’era un debito per una vettura”. E questa mattina in aula c’era anche D. M. chiamato a testimoniare per i rapporti con B.S. “Era in difficoltà e mi chiedeva aiuto. Acquistava e rivendeva delle auto, aveva bisogno di monetizzare abbastanza velocemente”. De Iaco è attualmente in prigione: deve scontare una condanna a otto anni e undici mesi per usura ed estorsione. Per le telefonate estorsive era scattata quindi una nuova ordinanza di custodia cautelare, ma era state avviate indagini per capire come il cellulare era entrato in prigione, primo caso noto in provincia di Savona. A tradire De Iaco era stata una telefonata fatta ad una donna sbagliata. A rispondere era stata la moglie di un carabiniere che aveva avvertito il marito. A difendere De Iaco sono gli avvocati Andrea Vernazza e Nicola Ditta. Il processo con i testi della difesa riprenderà il prossimo mese di novembre.

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