La nostra storia

Sirva”, “Sirvo”, “Servo”, …”Cervo”

E' possibile assimilare questa terra tra due rii come Mesopotamia Cervese

riviera24 - Cervo

Cervo. Sull’origine del nome di Cervo abbiamo parlato e disquisito più volte. Molte generano stupore altre sono scontate.
Tutte risultano suggestive.

Ne propongo una nuova che può trarre origine dal prefisso “ser” Difatti appartengono all’elemento ligure i temi sar, ser, sev che hanno il significato di “scorrere” di un corso di acqua. Ora dobbiamo prendere atto che il territorio di Cervo IM, come la piccola Mesopotamia, è compreso tra due rii il Bondai e lo Schenassi.

Inoltre tra il ponte della ex ferrovia e le prime case del Pilone troviamo incastonata la fontanella tuttora alimentata dall’antica sorgente delle Morene, il cui nome deriva dal latino morensis (boschereccio). Era un pozzo romano, un tempo polla di pura acqua potabile, per i marinai che attraccavano i loro scafi al Pilone. Una fonte cristallina profonda che raccoglieva l’acqua che scorreva lungo il Rio Bondai (“buon dare” in dialetto) mutuato dal toponimo Bormanni.
Un sito sacro del dio Borman, da cui il “Luco Boramni” (Bosco sacro di Borman, dio celtico delle fonti qui adorato), nome con cui viene indicato il comprensorio Cervo – Dianese nella Tavola Peutingeriana (carta geografica composta tra il 361 ed il 363 d.C., oggi conservata nella Biblioteca Imperiale di Vienna).
Ancora un simbolo, una fonte, una sorgente del nostro passato che scorre cristallino tra di noi perché sia sempre fresca memoria per il presente e futuro di questo Borgo.

Vicino alla scogliera del Porteghetto, invece, sfocia il Rio Schenassi (“grande schiena” in dialetto, perché segna il perimetro del colle del parco del Ciapà compreso il Castellaro, fino alla Colla). Il toponimo Schenassi potrebbe anche derivare da Skenè, ovvero “scena del teatro greco”, parte complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni, come poteva apparire quel Rio in mezzo a cotanta vegetazione che faceva pensare ad una Cavea teatrale greca.

Il rio Schenassi in epoca lontana, era una notevole fonte di rifornimento d’acqua dolce, in primis per le navi fenicie e poi per quelle greche e romane, che quivi sostavano, per poi proseguire verso Massalia (Marsiglia) antica colonia greca della Gallia o Massilia per i romani. Questa calle e insenatura rappresentava pertanto già un sicuro porto marittimo per i Fenici che furono un popolo originariamente insediatosi sulle coste orientali del mar Mediterraneo, nei pressi dell’attuale Libano, e del quale si ha notizia fin dal XXI secolo a.C.

Ecco perché possiamo assimilare questa terra tra due rii come Mesopotamia Cervese, proprio paragonando questi due corsi d’acqua come il Tigri e l’Eufrate che, per la loro imprevedibilità, furono un importante stimolo per la costruzione di opere di irrigazione e di regolazione delle acque necessari per la vita di quella terra.
Ecco altresì dimostrato come Cervo, in dialetto Servu, dal prefisso “ser” trovi significato di “scorrere” di un corso di acqua.

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