Viaggio in riviera

Quello stile barocco che attrae e fa innamorare chi passa da Cervo

Stupore e meraviglia dove tutto sembra tradursi sul piano terreno degli affetti e degli effetti

riviera24 - Cervo Ti Strega

Cervo. Immergermi nel barocco suscita in me brividi che nascono da una sorgente d’onda nella risacca. È giusto questo moto e questa plastica forma tortile di voluta, a scrivere affetti e musica come rivelazione di un principio quasi divino. Nasce e s’eleva in corrente ascensionale un concerto barocco.

Dai passi del mare salgono i sassi calvi come note tra sensualità e religiosità come strofe del cantico dei cantici. Qui sta la fantasia di concretezza terrena e l’astrazione teologica della chiesa dei Corallini già dalla sua piazza modellata dal concavo della facciata imponente e dominante il mare.

Poi tutto ciò che di allegorico sta in quegli affreschi mitologici concepiti in alcune stanze di palazzo Viale che pur ha le rughe di una solenne austerità. E poi lo smarrimento nel trionfo della fantasia, della libera divagazione dell’avvicinamento al rococò di palazzo del Duca. Non manca una ferrea razionalità di palazzo Ballaydier con i suoi arazzi ed il ninfeo. Odo tutti i musicisti seguire l’astro di J.S. Bach e la presenza, nella sua immensa produzione, di opere di controllata mondanità. Tutto qui a Cervo si insegue nei suoi caruggi come l’offerta musicale o Arte della fuga. Eppure si parte, si viaggia e si ritorna.

È il carattere Barocco di questo Borgo dello stupore e della meraviglia dove tutto sembra tradursi sul piano terreno degli affetti e degli effetti verso la più alta astrazione della sua incommensurabile spirale che ne è l’estensione. E non è un trompe-l’œil

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