Il reportage

Ventimiglia “sta con il poliziotto”, ma c’è chi non condivide le parole pronunciate: “Rappresenta lo Stato, ha sbagliato”

Le reazioni dei cittadini dopo la pubblicazione del video

Ventimiglia. Il giorno dopo la “bufera” mediatica che ha visto protagonista un poliziotto, filmato di nascosto mentre allontanava dalla stazione un migrante, nella città di confine non si parla d’altro.
 “Ha fatto bene, la legge va tutelata”: è questo il commento della maggioranza dei cittadini, che da tre anni vivono l’ormai quotidiana “emergenza migranti”. Non mancano, però, pareri opposti: anche se nessuno si schiera apertamente contro l’agente, “colpevole” di aver perso le staffe a seguito di una situazione ormai diventata insostenibile, c’è chi non giustifica i toni utilizzati dal poliziotto per allontanare lo straniero.
“Non ci puoi stare, non ci devi venire qui”. “Vuoi uscire fuori? Esci fuori dalla stazione!”. Queste le parole pronunciate dall’agente, che ha poi aggiunto: “Fuori, fuori cammina, vai al tuo paese, in Africa! Torna nel Burundi”, il tutto sotto lo sguardo di un “solidale” di Progetto 20K che ha ripreso la scena, senza però mostrare l’antefatto, ovvero quando il migrante rifiutava di fornire le proprie generalità all’agente e, con una sorta di resistenza passiva, restava in stazione pur non essendo provvisto di titolo di viaggio.

“La legge va rispettata, se il poliziotto gli ha detto di andare via doveva andare via e basta”, dichiara risoluto Rosario Di Franco, che si schiera apertamente dalla parte delle forze dell’ordine. “Un provvedimento disciplinare? Ma scherziamo?, aggiunge, “Il poliziotto ha una responsabilità oggettiva ma ha anche dei diritti, altrimenti io me ne vado a zappare invece di fare il poliziotto”.

“I poliziotti sono gente che lavora in prima linea, dunque si può capire la reazione dell’agente”, commenta Giovanni Vassallo, bancario, che però non scusa chi afferma che il comportamento dell’italiano sia giusto: “Non ce l’ho con il poliziotto ma con chi gli dà ragione. Si può scusare ma non gli si può dire che ha fatto bene perché non è così. Non si può dire ad una persona “tornatene in Burundi”, perché è offensivo”. Conclude Vassallo: “Gli agenti Sono sottoposti a stress tremendo: quindi non è colpevole il poliziotto, ma chi lo difende e lo esalta sì”.

Preferisce non commentare Doriana Bottini, negoziante di via Hanbury, “Ho visto il video che girava in modo virale ma sinceramente non sono riuscita a guardarlo fino in fondo perché queste cose fanno male. Sapevo già che sarebbe stato strumentalizzato e così è stato. Sappiamo che le forze dell’ordine fanno quello che possono fare, come sappiamo che queste persone vengono qui cercando una vita migliore: per questo mi astengo dal fare qualsiasi commento”.

“Sono solidale con il poliziotto”, afferma Raffaele Bolognini, napoletano trapiantato a Ventimiglia, “Stiamo subendo un’invasione e loro non possono fare nulla. Non ce la fanno più a gestire questa situazione. Un provvedimento a carico del poliziotto? Sbagliatissimo: si dovrebbe proteggere chi ci protegge”.

“A volte si esagera, avrà fatto qualcosa di male, però quelle frasi…”, dichiara Valeria Baccaro, che gestisce un locale in via Hanbury, “Non si sa cosa ha fatto (lo straniero, n.d.a.) per portarlo a questo punto: dopo una determinata situazione, si può uscire fuori dai gangheri”.

Non accetta nessuna giustificazione Loredana Chiera“Visto il ruolo che ricopre non avrebbe dovuto lasciarsi andare a certe dichiarazioni. Rappresenta lo Stato… poteva pensarle certe cose, ma non doveva dirle. Sul lavoro una persona dovrebbe sempre cercare di mantenere l’autocontrollo, soprattutto loro che fanno un lavoro in cui l’autocontrollo è importantissimo, anzi fondamentale”.

Anche il popolo di Facebook ha voluto prendere posizione nei confronti della vicenda: la grande maggioranza delle persone ha dichiarato la propria solidarietà all’agente coinvolto. Sulla scia dei vari “Je suis…” in molti hanno scritto: “Io sto con il poliziotto”. Un sentimento di comprensione, quello nei confronti delle forze dell’ordine, che trascende la vicenda in questione: “Qui da tre anni la situazione è impossibile”, è il commento più sentito, “Le forze dell’ordine fanno il loro dovere e lo fanno bene”.

 

 

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