Il vademecum

Niente tuffi, racchettoni e costume a tavola: cosa non fare sulle spiagge della Riviera e le disposizioni della Capitaneria

Un decalogo di comportamenti proibiti che passa da norme di buon senso a dettami di condotta la cui violazione è oggetto a sanzioni

turisti in spiaggia imperia agosto 2015

Imperia. Vietato tuffarsi dagli scogli, occupare con lettini, sdraio, asciugamani la fascia di 3-5 metri dalla battigia che deve essere lasciata libera per permettere il passaggio e soprattutto il transito dei mezzi di soccorso. Vietato accendere falò, sostare in tenda o campeggiare sull’arenile. Vietato giocare a racchettoni, a pallavolo o a calcio entro i 20 metri dalla riva. Vietati tutti i giochi che possono essere considerati pericolosi, come del resto è vietato ascoltare la musica a tutto volume, parlare ad alta voce o urlare. Anche la spiaggia ha le sue regole, un lungo decalogo di comportamenti proibiti che passa da norme di buon senso a dettami di condotta la cui violazione è oggetto a sanzioni, talvolta salatissime, proprio come il mare.

Tutti i bagnanti o i fruitori del mare devono attenersi all’ordinanza in materia emanata dal Comune di riferimento nonché a quella specificatamente dedicata alla sicurezza balneare deliberata dall’Ufficio circondariale marittimo – spiega Vincenzo Fronte, comandante della Capitaneria di porto di Sanremo –. In particolare, dal 1° maggio al 30 settembre (periodo della stagione balneare) è possibile fare il bagno solo nelle zone di mare destinate ai bagnanti, quindi quelle comprese tra i 200 metri dalle spiagge e i 100 metri dalle scogliere e coste a picco. In queste zone, tra le 08.00 alle 20.00, è vietato il transito di qualunque tipologia di nave, compresi i wind-surf. Il bagnante che effettua attività di nuoto al di fuori delle acque a lui riservate ha l’obbligo di segnalarsi in superficie utilizzando una piccola boa recante una bandiera rossa con striscia diagonale bianca e una sagola lunga non più di 3 metri. A chi piace il nuoto notturno dovrà integrare questi segnali con una luce lampeggiante. Gli stessi sono obbligatori per i subacquei in immersione”.

“Come è ovvio – prosegue il comandante del porto sanremese – non si può fare il bagno nelle aree portuali e nel raggio di 100 metri dalle imboccature delle stesse, in prossimità di navi alla fonda, all’interno di corridoi di lancio, nelle foci dei fiumi, nelle zone di mare dichiarate non idonee alla balneazione o contrassegnate da apposita ordinanza. Vi è anche un nutrito manipolo di regole per i diportisti, essendo anche loro parte della famiglia dei fruitori del mare. Tali regole vanno dal controllo del carburante e del meteo prima dell’uscita alla dotazione completa dell’attrezzatura di sicurezza. La violazione di queste norme comporta pene molto serve che possono raggiungere i 3.000 euro qualora non si rispetta la distanza di sicurezza con la boa sub e gli 8 mila euro e oltre se colti a guidare l’imbarcazione senza apposita patente, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”.

Tutte le norme sono pensate per tutelare l’incolumità di chi naviga e dei bagnanti*. La regola nasce per salvare la vita in mare, per proteggerla e non con lo scopo specifico di multarla, allo stesso modo dei regolamenti balneari che è possibile trovare affissi negli stabilimenti. “In spiaggia bisogna divertirsi senza dare fastidio e senza mettere a rischia la propria sicurezza o quella degli altri  – sottolinea Gianmarco Oneglio, titolare dei Bagni Oneglio a Imperia e presidente regionale Fiba/Confesercenti –. Proprio per questo esistono delle regole per lo più dettate dal buon senso. Anzitutto bisogna cercare di evitare giochi che possano creare disturbo alla quiete, come ad esempio ascoltare la musica ad alto volume, gridare o giocare a pallone al di fuori dell’area predisposta. A Imperia, per esempio, è vietato l’uso dei racchettoni entro i 20 metri dalla riva, e non è possibile stazionare con lettini, ombrelloni e asciugami entro i 3-5 metri dalla battigia. Non bisogna fumare vicino ai bambini, alle donne in stato di gravidanza e la cicca deve essere buttata nell’apposito posacenere.  Gli alimenti devono essere conservati nelle borse frigo o sigillati nei contenitori per evitare odori sgradevoli e contaminazioni. Come ci dicevano le nostre mamme da bambini, bisogna fare il bagno 2-3 ore dopo avere consumato il pasto, se si è stati esposti al sole a lungo bisogna entrare in acqua gradualmente, non si può fare il bagno quando è esposta la bandiera rossa e sono assolutamente vietati i tuffi dagli scogli. Se non si è nuotatori esperti, prima di entrare in acqua è bene comunicarlo al bagnino, come del resto se si soffre di particolari patologie come quelle circolatorie. La violazione delle regole balneari comporta multe che possono superare anche i 1.000 euro. Tendenzialmente ne vengono emesse al massimo due a stagione e a carico dei più giovani. Consiglio inoltre a tutti di non acquistare articoli dai venditori abusivi che passano sulle spiagge. Consiglio che rinnovo anche per quanto riguarda le massaggiatrici che fanno trattamenti sui lettini: è pericoloso per la salute”.

L’elenco dei divieti in spiaggia potrebbe continuare a oltranza, specie per quanto riguarda i comportamenti che richiedono, per dirla alla latina, cum grano salis. Vi è poi a un altro decalogo che per i suoi “precetti bon ton” è simpaticamente doveroso ricordare. Qualche esempio? A tavola, anche se in riva al mare, copricostume/vestitino/maglietta sono d’obbligo. Esistono le cabine, gli spogliatoi e i bagni dove è possibile cambiarsi, quindi è doveroso evitare di improvvisarsi equilibristi per infilare il costume sotto l’asciugamano. I teli degli altri bagnanti non sono oasi di refrigerio per le nostre piante dei piedi: bisogna armarsi di ciabatte o infradito. La spiaggia vuole naturalezza e semplicità e le donne dovrebbero lasciare a casa tacchi alti, orecchini vistosi e trucco.

*Per l’emergenza in mare è attivo il numero blu 1530 gratuito sul tutto il territorio e attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno.

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