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Psicologia del cane, come costruire una relazione più complice e forte

Si inizia osservando attentamente il nostro compagno a 4 zampe senza cercare di etichettare o definire ciò che fa

cane

Pensa come il tuo cane per imparare a capirlo e per entrare quindi in maggior sintonia con lui, questo è il messaggio che è emerso nel precedente articolo di Luca Suman (http://www.riviera24.it/2017/06/la-psicologia-del-cane-per-imparare-a-capirlo-pensa-come-lui-256193/ ).

Ma come possiamo fare per arrivare a comprendere come ragiona e soprattutto per sentire quello che prova? Si inizia osservando attentamente il nostro compagno a 4 zampe, senza cercare di etichettare o definire ciò che fa secondo una serie di regolette comuni o meno, di racconti, di “leggende” ecc. Pura osservazione, così come lui fa con noi ogni giorno.

Pensiamoci bene, il nostro compagno a 4 zampe è un vero e proprio osservatore instancabile, a parte i momenti di riposo passa il tempo a osservarci, rispondere alle nostre richieste (che deve prima capire) ed eventualmente proporci lui stesso attività (ad esempio quando ci porta un giochino).

Solo così impara a conoscerci (spesso meglio di quanto noi conosciamo noi stessi). Prestare attenzione al nostro cane e al mondo che lo circonda è di fondamentale importanza per divenire (ed essere ai suoi occhi) “IL” compagno di viaggio, colui di cui ci si può fidare.

Ci sono diverse situazioni in cui il nostro cane manifesta disagio e noi non ne siamo minimamente consapevoli. La conseguenza più comune è che lo poniamo in situazioni per lui ancora più disagevoli e di alto costo. Ad esempio, quando siamo al guinzaglio e il nostro cane diventa bersaglio/obiettivo di attenzioni e complimenti, abbiamo mai fatto caso se queste sono gradite o in qualche modo solo sopportate?

Abbiamo già parlato dei segnali di stress nel cane (http://www.riviera24.it/2016/10/aiuto-il-mio-cane-e-stressato-237612/ ) importantissimi per comunicare disagio, paura, tensione ecc., facciamo caso quindi se il cane sbadiglia, volta lo sguardo, cerca di andare in evitare il contatto, si scrolla o si gratta improvvisamente: sono chiari segnali per salutare e tutelare il cane da interazioni per lui di alto costo.

Un altro esempio può riguardare la convivenza di più animali nello stesso posto, la disposizione delle cucce secondo quali criteri è stata studiata? Se le metto vicine, perché secondo il luogo comune è normale che i cani dormano vicini, ma uno dei due ringhia all’altro e non lo fa avvicinare, come risolvo la situazione? Il cane che ringhia sta comunicando del disagio nei confronti dell’altro, lo spazio intimo è speciale per noi come per ogni cane.  Possiamo tutelare il cane a disagio posizionando le cucce lontane, e attendere che siano loro, se mai vorranno, ad avvicinarsi. Se i segnali che i nostri cani emettono vengono ignorati, rischiamo che ad un certo punto decidano di risolvere la situazione autonomamente cercando di uscirne il più in fretta possibile e magari con comportamenti a noi sgraditi.

Quando osserviamo il nostro cane senza giudizio (e pre-giudizio) possiamo notare come un comportamento emesso sia semplicemente la manifestazione di un’intenzione, di uno stato emotivo o di un bisogno, in modo molto semplice e chiaro. Imparare ad osservare, e conoscere in questo modo il nostro cane, è uno “strumento” prezioso per la relazione, più di quanto possiamo immaginare.

Dottoressa Marzia Massocco

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