Addio al calcio giocato

Prunecchi appende gli scarpini al chiodo: “Voglio fare l’allenatore, ma se mi richiamassero in campo…”

"Biffi mi ha escluso dalle gare decisive, ci sono rimasto male. Ma siamo ancora amici. L'Ospedaletti deve confermarlo, è un ottimo allenatore"

Marco Prunecchi

40 anni compiuti da due mesi, una carriera lunga 24 anni, centinaia di gol dalla C2 alla prima categoria. È un breve, brevissimo riassunto della carriera calcistica di Marco Prunecchi, che ha appena preso la sofferta decisione di appendere gli scarpini al chiodo.

Quando hai preso questa decisione? E soprattutto, perché?

Ho deciso di smettere perché non ho più voglia, a 40 anni è dura rincorrere un pallone e gli avversari, ma se domani mi chiamasse una squadra potrei ripensarci! La passione per il calcio non morirà mai. Pensavo di fare ancora un anno, ma dentro di me al fischio finale domenica ho scelto di andarmene da vincente. Ora il mio desiderio è quello di fare l’allenatore. Ho già avuto esperienze con i piccoli, in Toscana ho scuola calcio gestita dai miei. Voglio iniziare a fare sul serio con una prima squadra.

Nelle ultime due gare dei playoff Biffi ha scelto di tenerti fuori e lui stesso ci ha confermato che non l’hai presa molto bene…
Il malumore c’è stato, non posso negarlo. Mi hanno preso a dicembre per aiutarli ad arrivare ai playoff, ci siamo arrivati con me titolare e sul più bello il Mister ha deciso altro. Ho accettato le sue decisioni, ma non le condivido, ci sono rimasto male. L’amicizia con Biffi rimane comunque intatta, stravedo per lui e la stima resta. Ci siamo chiariti testa a testa ed è tutto risolto.

Hai giocato in tutte le principali squadre del Ponente, hai una grande  esperienza di campionati dalla C2 alla Prima Categoria. Cosa pensi accadrà la prossima stagione in zona?
Se immagino una squadra che possa mettersi in mostra l’anno prossimo dico l’Ospedaletti. Da quanto so farà una squadra competitiva per salire. Ma non devono farsi scappare Biffi perché è un ottimo allenatore. Partiranno alla pari con l’Alassio e sarà un’altra battaglia fino alla fine. Spero anche che a Sanremo si trovi la quadra per un traguardo minimo che sarebbe il professionismo, così come lo auguro all’Imperia. Sono due piazze meravigliose e spero di rivederle in un derby tra i professionisti.

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