Festa patronale

Ora è ufficiale la collegiata di San Giovanni a Oneglia è basilica fotogallery

E' stata promossa dal Vaticano che ha valutato attentamente tutta la documentazione inoltrata dalla curia

Imperia. Ora è ufficiale. Come anticipato due giorni da Riviera24.it la chiesa di San Giovanni Battista diventa basilica.

Un passaggio storico, annunciato ai fedeli questa mattina durante la messa pontificale per il Patrono onegliese, San Giovanni prima dal vescovo Guglielmo Borghetti e poi dal vicario generale monsignor Ivo Raimondo che ha dato lettura del documento ufficiale arrivato dalla Santa Sede. “Il sommo Pontefice insignisce con il titolo e la dignità di basilica minore con tutti i diritti e le concessioni liturgiche che gli competono”. Un documento che porta la firma del cardinale Roberto Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

Un titolo che onora i fedeli della chiesa onegliese e soprattutto il parroco, monsignor Mario Ruffino, colui che negli ultimi 25 anni si è battuto per la prestigiosa nomina basilicale, approvata direttamente dalla Santa Sede nella persona di Papa Francesco.

Un privilegio – in Italia sono poco più di 500 le basiliche (nel mondo meno di 2mila) – che la Collegiata di San Giovanni Battista andrà dunque a condividere soltanto con il Duomo di Porto Maurizio, basilica e anche concattedrale della diocesi di Albenga-Imperia.

La storia burocratico-ecclesiastica per conquistare l’ambita nomina è stata lunga e non priva di difficoltà. A perorare la causa, per tanti anni, era stato l’attuale vescovo emerito, monsignor Mario Oliveri. Ma a dare la spinta finale, forse quella decisiva, è stato l’arrivo del nuovo vescovo di Albenga-Imperia, monsignor Guglielmo Borghetti. Non è casuale, tutt’altro, che lo storico annuncio avvenga nel giorno più caro agli onegliesi: quello del Patrono. Monsignor Ruffino, dall’altare, affiancato dal vescovo, spiegherà così come e cosa cambierà per la parrocchia onegliese. L’unica cattedrale della diocesi resta quella di Albenga, sede vescovile. Sono poche tra le città di provincia, quelle che possono vantare due basiliche sul territorio comunale.

La neo basilica onegliese ha ottenuto dunque lo speciale timbro pontificio sulla chiesa, sulla suppellettile e sugli stendardi: il simbolo papale delle chiavi incrociate. Non solo. Il rettore della basilica potrà usare la mozzetta di colore nero, con orli, occhielli e bottoni di colore rosso.

Per i fedeli, invece, sarà possibile lucrare l’indulgenza plenaria in speciali occasioni. Tra le condizioni richieste dal Vaticano per ambire alla classificazione di basilica spiccano: essere chiesa al centro della vita liturgica e pastorale diocesana, godere di una certa celebrità in tutta la diocesi, avere una storia e un valore artistico importante e consolidato. C’è poi un’altra richiesta papale: custodire la reliquia insigne di un Santo venerato. Quest’ultimo requisito, forse decisivo, è stato soddisfatto soltanto nel novembre 2016, quando – nel ventennale del ritorno delle spoglie di San Leonardo, patrono di Imperai, nella sua terra – il neo parroco di Porto Maurizio, don Lucio Fabbris, esaudì il desiderio di monsignor Ruffino di ospitare nell’ormai ex collegiata una reliquia del frate missionario nato al Parasio: un frammento osseo dell’interfalange della sua mano sinistra.

 

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