La storia

Giulia Del Ministro, la sanremese che scopre il mondo sulla tavola da surf

“Ogni volta che entro in acqua trovo la pace e ogni cosa acquista un senso”

Sanremo. “La sveglia di solito suona all’alba, insieme ai primi raggi del sole. Una levata che attendo intrepida tutta la settimana. Poi prendo la mia tavola da surf sotto il braccio e volo alla scoperta di un spiaggia, delle onde del mare. Il mare soprattutto. Ogni volta che entro in acqua trovo la pace e ogni cosa pare acquisisca un senso”. Giulia Del Ministro, classe 1990, è una cittadina del mondo. A 18 anni appena compiuti ha lasciato la sua città, Sanremo, per salpare alla volta delle terre d’oltre oceano. Prima negli Stati Uniti, a New York, dove ha conseguito l’abilitazione per l’insegnamento della lingua inglese come madrelingua, poi in Canada, nel Quebec, e ancora sul suolo americano per esplorarne ogni angolo. Un Indiana Jones in gonnella, la nostra Giulia, che proprio mentre si trovava nella Grande Mela, tra una lezione e l’altra, ha scoperto l’incredibile e selvaggia isola del surf.

L’acqua è sempre stato il mio elemento – racconta –. Poco dopo il mio arrivo a New York, ho incominciato a sentire la mancanza del mare. Sentimento comune, credo, a tutti coloro che come me sono nati e cresciuti in una città costiera quale la mia Sanremo. Mi sono messa allora alla ricerca di un luogo che potesse farmi sentire a casa. E ho trovato gli Hamptons, le towns di Southampton e Est Hampton situate nell’estremità orientale di Long Island. Un posto spettacolare. Andavo sulla spiaggia, mi sedevo a riva e mi immergevo con i pensieri nell’Oceano. Un giorno ho scorto alcuni gruppi di surfisti e sono rimasta a osservarli a lunghi. Senza accorgermene ho iniziato a studiarne i movimenti, i sali e scendi sulla tavola, i salti sulla cresta delle onde. Mi sono allora detta: Voglio provarci anche io. Così, da autodidatta, ho iniziato a surfare. Subito è stato frustrante, non riuscivo a fare nulla. Poi però, piano piano e con tanto impegno, sono riuscita a ottenere i primi risultati, abbracciando una nuova passione che non ho più lasciato”.

Oggi Giulia con la sua tavola da surf girovaga per il mondo. Dopo tre anni nel continente americano è tornata in Europa. Subito in Francia, successivamente in Spagna, di tanto in tanto a Sanremo per salutare amici e familiari. Toccate e fuga, talvolta d’estate trasformate in un tour de force tra i tavoli di un bar o di un ristorante per racimolare i soldi necessari e ripartire per una nuova avventura. “I litorali dei Paesi Baschi, al confine tra la Spagna e la Francia, sono quelli che più di tutti mi hanno regalato emozioni positive – ricorda –. Da quelle parti la natura è impossibile che ti lasci indifferente. Anche se, devo ammetterlo, sono le onde della Liguria quelle che preferisco in assoluto. Ovvio, non sono le increspature di 10 metri dell’Oceano, ma la Liguria è la Liguria: una terra meravigliosa, selvaggia. Ha solo una pecca: le sue spiagge sono un po’ troppo affollate per i miei gusti, tanto che cerco sempre di arrivarvi intorno le 5 del mattino per poi andarmene alle 9 e ritornare la sera al tramonto. Senza dubbio, gli orari più sensazionali. Adoro solcare l’acqua con la mia tavola mentre il sole si sta levando in cielo, adoro farlo quando sta calando. I giorni migliori? Quando piove”.

Per Giulia planare sull’acqua insieme alla sua tavola è una terapia, specie dopo un grave infortunio che le ha impedito di vivere il mare per più di 12 mesi. “Oltre al surf ho sempre praticato sport estremi, adrenalici. Due anni e mezzo fa, durante una discesa, mi sono rotta una gamba. Mi stavo preparando per una gara di downhill, e non so come, non so il perché, il ginocchio ha ceduto. Ho perso il controllo del mezzo e sono caduta. In quel momento ho visto la mia vita precipitare verso il basso. Tutto quello per cui avevo lavorato si stava sgretolando. E infatti, quella caduta mi ha impedito di prendere parte alla competizione e ad altri eventi sportivi organizzati in diverse località d’Europa a cui puntavo. Sono stata costretta a letto, immobile a lungo: 7 mesi in lista d’attesa per sottopormi all’intervento e poi altri 6 mesi per la riabilitazione. Ricordo quel periodo come uno dei più bui della mia vita. Una vita che mi era stata portata via. Sono piena di cicatrici ma la consapevolezza o meglio la paura di non avere in mano le redini della mia esistenza è stato ancora più doloroso. Quell’infortunio mi ha sottratta aalle mie passioni”.

Libidini alle quali Giulia è potuta ritornare solo di recente. “Mesi fa mi sono rimessa in azione, ma il downhill e tutti gli altri sport da tavola che praticavo li ho un po’ accantonati. Ora esiste solamente il surf, perché è meno probabile che mi possa fare male e soprattutto perché mi permette di stare in acqua. Il mare è per me un richiamo a cui non so resistere. Attualmente vivo a Mariano Comense, in provincia di Como, e durante la settimana mi reco ogni giorno a Milano dove insegno inglese ai bambini di una scuola bilingue. Insegno intrepida, in fervente attesa che arrivi il weekend per poter essere libera di andare a cavalcare le onde, di stare a contatto con il mondo marino e la natura, di cui mi prendo anche cura dedicando alcune ore a pulirne i litorali dalla sporcizia abbandonata da bagnanti maleducati. Progetti all’orizzonte? Anzitutto ho fatto richiesta come volontaria presso Seashepherd, un’organizzazione mondiale no profit che si occupa della salvaguardia degli oceani e della tutela delle sue creature, dove conto di arruolarmi a breve. In secondo luogo ho già prenotato alcuni viaggi che mi porteranno a surfare nelle Azzorre a settembre e in Sud Africa a dicembre. Non vedo l’ora di partire!”.

(Foto profilo Facebook Giulia Uitko)

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