Col del Braus, non si arresta la marcia di Cédric Herrou con 92 migranti verso Nizza




Un marcia lunga che ha condotto i migranti al Col de Braus: il valico collega la valle di Bevera con quella del Paillon, nell’immediato entroterra di Nizza
Col del Braus. Continua, inarrestabile, la marcia dell’agricoltore francese Cédric Herrou che da ieri è in cammino insieme a novantadue migranti, partiti dalla val Roja alla volta di Nizza, dove formuleranno richiesta di asilo politico.
Da Breil sur Roja, cittadina che gli stranieri hanno raggiunto verosimilmente da Ventimiglia, i migranti si sono incamminati tra boschi, sentieri e mulattiere per raggiungere la prefettura di Nizza.
“En marche”, scrive Herrou sui social network. “In marcia”. Un invito, un grido di speranza, un’esortazione che riprende lo slogan del neo-presidente francese Emmanuel Macron, con la sola differenza che l’agricoltore, che ha già subito un processo per aver trasportato clandestini in Francia, in marcia si è messo davvero.
“Le critiche dei nostri eletti non ci impediscono di avanzare”, aggiunge Herrou, da molti ormai considerato un paladino dei diritti dei migranti, “Il signor Ciotti (Eric Ciotti, presidente del dipartimento Alpi Marittime, n.d.a.) invece di alimentare l’odio dei vostri propositi populisti, vi istighi a compiere i vostri doveri da eletti”.
Un marcia lunga, quella dei migranti guidati da Herrou, che li ha condotti al Col de Braus: il valico collega la valle di Bevera con quella del Paillon, nell’immediato entroterra di Nizza. Un passaggio tra boschi e campi, che non toccherà il territorio italiano.
Forse dove non sono arrivati i capi di Stato e gli accordi tra le nazioni, a tracciare una rotta che possa riaccendere la speranza dei migranti di raggiungere la propria meta c’è riuscito un semplice agricoltore di Breil.