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Mix and match, ispirazioni dalla moda per l’interior design

Il gusto del "mix and match" nasce dall’esotismo di fine XVII secolo grazie alle importazioni in Europa di sete cinesi stampate con uccelli, foglie e fiori

Paolo Tonelli

E’ nata facendo chiacchiere con esperti di moda l’idea del pezzo di oggi. Si parlava della capacità di “mescolare e abbinare” apparentemente in modo disordinato, colori, decori, tessuti, stili e alla domanda se nell’interior design si lavorasse anche in questo modo ho risposto con una semplice affermazione:si!

Il gusto del “mix and match” nasce dall’esotismo di fine XVII secolo grazie alle importazioni in Europa di sete cinesi stampate con uccelli, foglie e fiori. Unendo la ricchezza del Barocco a materiali e tagli orientali, la moda dell’epoca diviene una fusione culturale fra i due mondi. La mescolanza culturale viene ripresa alcuni decenni più tardi accostando ad esempio il kimono giapponese, le forme della tunica greca e il caftano, combinando colori forti come l’arancione, il prugna e il nero con le tonalità pastello della Belle Époque. In seguito, negli anni Venti, Coco Chanel darà vita al “lusso misero” e attraverso la mescolanza di elementi basici come cardigan, maglioni bianchi e gonne sopra al ginocchio, difende la semplicità dell’eleganza. Il gioco di ironia, divertimento e libertà nel vestire, si materializza invece con il Surrealismo, grazie alla collaborazione di artisti come Jean Cocteau e Dalí con disegnatrici di moda.

Dopo la seconda guerra mondiale, in Inghilterra, un gruppo di giovani inglesi, i Teddy Boys, reinterpreta il look americano, il rock and roll e l’epoca edoardiana. mescolando giacche, camicie di velluto, skinny pants, cravatte strette e scarpe Slim Jim. Il piacere della varietá abbraccia il mondo della moda e la combinazione di diversi stili permette di esprimere al meglio la propria personalità. Negli anni ’70, il punk sorge come movimento anticonformista contro l’ideologia imperante dell’epoca. I suoi principali rappresentanti furono Malcolm McLaren e Vivienne Westwood che aprirono un negozio punk nella King’s road di Londra. Durante gli anni Ottanta, la diversitá culturale e il contatto con la cultura afro e quella orientale condizionano in parte il modo di vestirsi e la continua necessità di rinnovarsi crea sub culture in cui l’unione ideologica o di stili di vita accomuna gli individui, mediante il mix and match.

Queste parole riprese da un articolo di Vanessa Castaneda su Vogue Italia ci suggeriscono come l’apertura e la combinazione di stili, colori e forme sia un tratto quasi ribelle e allo stesso chic. Non è in architettura d’interni il mischiare le cose o forzare la mano sui colori il tratto distintivo del mix and match ma la capacità di creare un unicum attraverso diverse strade. Non basta scegliere sei sedie diverse attorno ad un tavolo, o giocare con i tessuti per avere una casa anticonformista o alla moda ma è la capacità di dare all’ambiente una connotazione tale per cui alla vista tutto possa sembrare fuori posto e nulla lo sia nel suo insieme. Possono essere oggetti della memoria, colori legati ad un viaggio, design industriale o antropomorfo, l’importante è che sia chiaro in noi il percorso per arrivare a vivere un spazio dove la persona è sempre la protagonista assoluta attraverso la propria filosofia di vita. Proprio come vestire la nostra personalità. Moda e design, un mix and match vincente!

Paolo Tonelli

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