Punti di vista

Ventimiglia, incontro sull’ospitalità e l’accoglienza. Marmo (Caritas): “L’apertura non è sempre semplice e spontanea”

"Dobbiamo ricordarci che tutti quanti siamo ospiti di questa Terra"

Ventimiglia. “Stiamo vivendo un’esperienza significativa che si collega ad esperienze mondiali ed europee che riguardano tutti noi”, lo ha dichiarato a margine della conferenza dal titolo “Ospitalità e integrazione” il responsabile della Caritas intemelia Maurizio Marmo, “Dobbiamo ricordarci che tutti quanti siamo ospiti di questa Terra e , oltre ad avere un riguardo per il pianeta, dobbiamo pensare alle persone con cui entriamo in relazione e che, in grande parte, non possiamo scegliere. La nostra sfida è quella di affrontare le diversità e attrezzarci per far sì che non vengano vissute come una minaccia, ma come una ricchezza”.

Nella sala polivalente della chiesa di Sant’ Agostino, per il terzo appuntamento del ciclo “Punti di Incontro”, insieme a Marmo erano presenti  anche Laura Mulayka Enriello, coordinatrice della Commissione Educazione della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana e Giancarlo Ardissone, direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze ASL 1 Imperiese.

Laura Mulayka Enriello, dopo aver letto il versetto 18,1-16 della Genesi, ha parlato del concetto universale dell’ospitalità e del fatto che “bisogna imparare a vedere Dio nell’altro e quindi nell’incontro con l’altro la possibilità di un dialogo con Dio”, nel suo intervento Marmo si è concentrato sulla situazione ventimigliese, che vive ogni giorno l’accoglienze di profughi e migranti.

“Ci sono tante persone che questo arrivo di migranti non lo stanno vivendo come una minaccia ma anzi come un’opportunità”, ha spiegato il responsabile della Caritas, portando l’esempio dei tanti volontari che si adoperano nell’accoglienza degli stranieri alloggiati presso la chiesa di Sant’Antonio in via Tenda. Persone che “arrivano da 50, 60 paesi diversi, in particolare africani ma anche asiatici e che stanno passando da Ventimiglia”, ha aggiunto, “Il 50% sono sudanesi e scappano da un paese dove c’è una guerra interna da anni
. Siamo consapevoli delle situazioni drammatiche che vivono e dalle quali fuggono e, per queste ragioni, dobbiamo essere in grado di accoglierli”.

Marmo è consapevole che “l’apertura all’accoglienza non è sempre così semplice e spontanea”, ma se si “risponde in termini collettivi si può fare meglio”.

Il responsabile della Caritas ha concluso il suo intervento ricordando il “dramma nel dramma”: quello dei tanti minori non accompagnati che raggiungono la città di confine: “Rischiano di non avere una risposta adeguata perché al campo della Croce Rossa non possono accedere e nella chiesa di Sant’Antonio si accolgono le famiglie e non c’è posto per tutti. Quindi i più vulnerabili sono i più a rischio e con l’estate la situazione peggiorerà”.

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