Faccia a faccia

Migranti a Diano Marina: idonee le canoniche di Serreta e Gorleri, ma l’ultima parola spetta al Comune

Vertice con la prefettura e la fondazione Costa per capire come gestire un'eventuale accoglienza

Diano Marina. Sono state ritenute idonee dai funzionari incaricati dalla prefettura e dai responsabili della Fondazione Costa di Genova le due canoniche di Gorleri e Serreta di proprietà dell’ente parrocchia. Il sopralluogo si è svolto questa mattina. Ma non è così automatico che i migranti (possono essere ospitati meno di 20 ndr) arrivino nelle due frazioni.

Per dopodomani è previsto un vertice con il sindaco Giacomo Chiappori, l’assessore alle Frazioni bruno Manitta, la prefettura e la stessa Fondazione. “Qualora l’amministrazione dovesse esprimere un parere contrario – è stato precisato dalla curia vescovile di Albenga – si dovrà cercare una sistemazione diversa”. “Non è così automatico – ha aggiunto il vescovo Borghetti – Come ho già avuto modo di spiegare è necessario aprire un tavolo di confronto con gli amministratori e la comunità di quei due luoghi. Non vogliamo urtare la sensibilità di nessuno”.

Il tema dell’accoglienza ai migranti tornerà di stretta attualità in una riunione allargata ai sette sindaci del Golfo Dianese per capire come gestire un’eventuale “emergenza”.

Il vertice sarà presieduto dal prefetto Silvana Tizzano insieme ai suoi più stretti collaboratori. Ci sarà anche il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori che, solo il mese scorso, aveva convocato un “comizio pubblico” davanti al Comune della città degli aranci, insieme ad altri cinque colleghi amministratori. “Lo abbiamo già detto tante volte. Diano Marina non ha aderito allo Sprar anche perché riteniamo che il sistema dell’accoglienza è diventato incontrollabile. Succede, e purtroppo è già successo,  che vengano scavalcati i sindaci. A San Bartolomeo, da un giorno all’altro, il collega Urso si è trovato sul loro territorio la presenza di migranti senza alcun preavviso. In altre città d’Italia sono state ospitate persone delle quali in alcuni casi non si conosce né la provenienza né il loro stato giuridico penale”.

Chiappori è convinto che la strada da percorrere per aiutare i profughi sia un’altra. “Non dobbiamo dimenticare che, con 35 euro al giorno per ognuno dei migranti qui, potremmo mantenerne 10 al mese, nei loro Paesi. Se pensiamo di affrontare questo problema con un falso, maledetto buonismo, sbagliamo  di grosso. Io sono pronto a prendermene un numero certo e per un tempo certo. Ma poi bisogna anche decidere di farli andare via secondo i protocolli, altrimenti distruggiamo le nostre zone, che appunto non dimentichiamolo vivono di turismo e quindi siamo alle porte dell’estate”.

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