Le suore visitandine

Sanremo: dopo 350 anni chiude il convento di clausura della Visitazione, venne difeso anche da Papa Wojtyla fotogallery

La struttura, che dispone di sessanta camere, potrebbe passare alla Curia vescovile. Tanti i fedeli che salivano al Monastero anche solo per una parola di conforto o una preghiera

Monastero della Visitazione

Sanremo. 26 marzo 2017: ultima messa nella chiesa dedicata a san Francesco di Sales, fondatore dell’Ordine della Visitazione, in via Carducci al n. 1.  Sulla porta della chiesa è stata affissa la comunicazione del vescovo diocesano Antonio Suetta con la quale avverte i fedeli che questa domenica, domenica 26 marzo, si officerà alle 10 l’ultima celebrazione liturgica, celebrata dal vescovo emerito Alberto Maria Careggio.

Una decisione che ne anticipa un’altra ben più netta: la partenza della comunità religiosa e la chiusura del convento, nel quale erano rimaste solo tre suore.  Nei giorni scorsi è giunta una suora visitandina con l’incarico di “commissaria pontificia” per verificare lo stato del Monastero e avviare le procedure per la chiusura.

La struttura, che dispone di più di sessanta camere, entrerà probabilmente nella disponibilità della Curia vescovile.

La Madre Superiora, Luciana Gasparini, che reggeva il Monastero da più di quindici anni e oggi destituita, aveva cercato di “salvaguardare” la permanenza dell’Ordine della Visitazione a Sanremo nel corso degli anni, chiedendo di accogliere “sorelle” provenienti dai monasteri anche dell’America Latina, che sceglievano con gioia di vivere la loro vocazione a Sanremo. Negli ultimi anni, però, da otto sorelle la realtà claustrale è scesa a tre componenti, segno della difficoltà vocazionale ma più in generale della volontà dell’Ordine di lasciare la provincia di Imperia.

Purtroppo logiche economico-finanziarie, spesso, afferiscono anche alla dimensione spirituale, provocando lacerazioni nelle comunità. I tanti fedeli che sono saliti e salgono al Monastero, anche solo per una parola, per il conforto di una preghiera che pronunciata dalle visitandine sembra arrivare più facilmente a Dio, non avrebbero mai pensato di vederle andar via e di trovare attaccato alla loro chiesetta il foglio di “fine corso”, il foglio che decreta , in terra, il compimento di un ciclo.

E’ l’ultimo atto di un iter consumato nel silenzio, come la vita della comunità monastica della Visitazione. Chiude il Convento e se ne va un pezzo importante della storia della città di Sanremo, non solo religioso, non solo sociale. Le monache dell’Ordine della Visitazione, infatti, sono presenti nel comprensorio matuziano da 350 anni, partecipando con la loro attività claustrale alla vita di tutta la comunità.

Le prime visitandine nel 1666 arrivarono dal mare e formarono il loro convento in una struttura in via della Visitazione. Successivamente con l’arrivo di Madre Grimaldi venne realizzato il convento in piazza Colombo e quindi in via Carducci, attuale residenza.

L’attuale Monastero, nel corso degli anni, a partire dal 1999 ha iniziato le opere di consolidamento. Sono stati realizzati 5 chilometri di palificazione che ha fermato la lenta erosione della struttura verso il basso che poteva comportare problemi di stabilità. Grazie alla generosità di privati ed enti in dieci anni si è recuperato la struttura portante, ristrutturati i tetti, è stato rifatto il plaustro e rinnovato, a norma di legge, l’impianto elettrico. E’ stata creata una foresteria monastica che può ospitare 10 posti. E’ stato recuperato il patrimonio artistico, vincolato dalla Sopraintendenza di Genova, ove si annoverano dipinti del Seicento e una collezione di preziosi paramenti sacri, ritrovati dalle suore e saggiamente preservati, un tesoro di arte, storia e tradizione che appartiene alla comunità monastica ma anche a tutta Sanremo.

Non appena la notizia della chiusura si è diffusa in città è stata una continua richiesta di notizie e di espressioni di tristezza e di incredulità da parte dei fedeli che hanno, soprattutto, raggiuno i membri degli Aggregati alla Visitazione, il gruppo di amici del Monastero che da decenni lo seguono prestandosi per le necessità della comunitù monastica.

Dalla collaborazione tra la comunitù monastica, gli Aggregati e la Curia vescovile era nato il premio di Giornalismo “Penna d’oro” – San Francesco di Sales, che venne istituito nel 2004 per testimoniare i valori propugnati da San Francesco di Sales, protettore degli operatori della comunicazione. Il nome del riconoscimento venne scelto a ricordo della penna d’oca che campeggia nelle effigi del Santo. L’iniziativa permise, nel Teatro del Casinò di Sanremo, di parlare delle tematiche legate ad una forma di giornalismo improntato sul rispetto della persona, mediando diritto all’informazione con tutela dell’individuo. Tra i giornalisti che hanno ricevuto la “Penna d’Oro” Marcello Sorgi, già direttore de la Stampa, Enzo Bianchi, Fedele Confalonieri, Marco Tarquinio.

Quando venne chiesto a Papa Giovanni Paolo II di chiudere il Monastero della Visitazione di Sanremo, considerando che era presente sul territorio anche il Monastero del Carmelo, egli rispose che per la presenza del Casinò due conventi di suore contemplative erano appena sufficienti a Sanremo. Questo permise alla comunità di Visitandine di rimanere ancora molti anni. Adesso non è più tempo, devono partire. Arrivarono in silenzio 350 anni fa ed ora ripartono, chissà per dove, forse neppure con l’abito che ha contraddistinto per decenni e decenni la loro vita e la loro professione di fede. Un altro pezzo di Sanremo che sparisce e con esso un pezzo di cuore di tanti fedeli.

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