A torino

Processo d’appello per il porto di Imperia, il Comune chiede una provvisionale di 20 milioni

La sentenza sulla presunta truffa per la realizzazione dello scalo turistico potrebbe arrivare entro la metà di febbraio

Giancarlo Avenati Bassi

Imperia. Una provvisionale di 20 milioni di euro. E’ quanto ha chiesto il Comune di Imperia che si è costituito parte civile al processo d’appello a Torino sulla presunta truffa per la costruzione del porto turistico di Imperia. Una richiesta motivata dal fatta che questa vicenda avrebbe procurato un danno d’immagine. Ma chiedono di essere risarciti anche i proprietari dei posti barca visto che quelli ora avrebbero perso valore. Ma a chiedere i danni è anche la stessa Porto d’Imperia Spa perché una parte dei soci, tra cui il Comune, ha contestato il fatto che lo scalo non è stato completato.

E’ così dopo la requisitoria del pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi di lunedì scorso oggi è toccato alle richieste formulate dalla parte civile. L’udienza, conclusa dopo tre ore,  è stata aggiornata a lunedì prossimo quando toccherà alla difesa con le sue arringhe e in particolare toccherà all’avvocato Diodà, il legale di Caltagirone, a smontare la tesi del pm. La sentenza potrebbe arrivare già a metà febbraio

La volta scorsa la procura è rimasta ferma sulle sue convinzioni. Il pubblico ministero, dopo l’assoluzione di tutti gli imputati nel primo grado di giudizio “perché il fatto non sussiste”, ha ribadito le richieste di condanna.  Ha chiesto sei anni di reclusione e 2000 euro di multa per l’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone; un anno e mezzo per Delia Merlonghi, già nel Cda di Acquamare, società di Caltagirone; 4 anni e 1.500 euro per Andrea Gotti Lega, anche lui amministratore di Acquamare; tre anni e mille euro per Carlo Conti, ex direttore e amministratore della Porto Spa; due anni e mezzo e mille euro per Stefano Degl’Innocenti, anche lui amministratore di Acquamare; un anno e 4 mesi e 800 euro per Paolo Calzia, che fu presidente della Porto Spa e direttore generale del Comune di Imperia; un anno per il progettista Emilio Morasso, accusato di falso.

Indicata invece la prescrizione per il dirigente comunale Ilvo Calzia, anche lui accusato di falso e per Domenico Gandolfo, ex amministratore della Spa del porto. Da sottolineare che Ilvo Calzia, così come nella prima fase processuale, è stato l’unico a voler intervenire in aula per ricostruire, soprattutto dal punto di vista tecnico, la complessa vicenda che ha interessato il porto. Calzia nella sua ricostruzione ancora una volta ha evidenziato la sua assoluta innocenza ed i suoi legali puntano a una piena assoluzione e non all’ottenimento della sola dichiarazione di prescrizione del reato.

 

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