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Processo d’appello per il Porto d’Imperia, Diodà l’avvocato di Caltagirone: “Nessuna truffa, corretta la sentenza di primo grado”

La sentenza sulla presunta truffa per la realizzazione dello scalo turistico potrebbe arrivare entro la fine di febbraio

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Imperia.”Truffa inesistente, non vi è alcun presupposto per sostenerla. Corretta la sentenza di primo grado”. E’ durata due ore l’arringa di Nerio Diodà avvocato del costruttore Francesco Bellavista Caltagirone, principale imputato nel processo d’Appello per la costruzione del porto di Imperia. Durante l’udienza di oggi ha anche parlato l’avvocato  Matteo Calori che difende Gotti Lega, uno degli amministratori di Acquamare nello stesso processo che ha sostenuto l’estraneità dei fatti che sono statoi contestati al suo assistito. Altre due udienze sono state fissate per il 13 e il 20 febbraio dove parleranno i difensori degli altri imputati nello stesso processo dove il procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi insiste sulla presunta truffa per la costruzione dello scalo.

La settimana scorsa erano state le parti civili, ovvero il Comune di Imperia e i proprietari dei posti barca, a presentare le loro istanze con richieste danni per oltre 30 milioni di euro. La sentenza del processo d’appello sotto la Mole potrebbe arrivare già a metà febbraio.

Il pubblico ministero, dopo l’assoluzione di tutti gli imputati nel primo grado di giudizio “perché il fatto non sussiste”, nel corso della sua requisitoria aveva chiesto una condanna sei anni di reclusione e 2000 euro di multa per l’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone; un anno e mezzo per Delia Merlonghi, già nel Cda di Acquamare, società di Caltagirone; 4 anni e 1.500 euro per Andrea Gotti Lega, anche lui amministratore di Acquamare e della porto di Imperia Spa; tre anni e mille euro per Carlo Conti, ex direttore e amministratore della Porto Spa; due anni e mezzo e mille euro per Stefano Degl’Innocenti, anche lui amministratore di Acquamare; un anno e 4 mesi e 800 euro per Paolo Calzia, che fu presidente della Porto Spa e direttore generale del Comune di Imperia; un anno per il progettista Emilio Morasso, accusato di falso.

Indicata invece la prescrizione per il dirigente comunale Ilvo Calzia, anche lui accusato di falso e per Domenico Gandolfo, ex amministratore della Spa del porto. Da sottolineare che Ilvo Calzia, così come nella prima fase processuale, è stato l’unico a voler intervenire in aula per ricostruire, soprattutto dal punto di vista tecnico, la complessa vicenda che ha interessato il porto. Calzia nella sua ricostruzione ancora una volta ha evidenziato la sua assoluta innocenza ed i suoi legali puntano a una piena assoluzione e non all’ottenimento della sola dichiarazione di prescrizione del reato. 

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