Celo, celo...manca

Figurinemania addio. Crollano gli acquisti e la compravendita spodesta il vecchio scambio

“Oggi solo pochi nostalgici e qualche bambino”

Sanremo. Il mondo delle figurine, così come lo si conosceva negli anni ’70, sta letteralmente scomparendo anche a Sanremo. Nostalgia? Per i non più giovanissimi certo che si, perché ormai è accertato “L’acquisto degli album e delle figurine è quasi completamente crollato. – conferma amaramente l’edicolante Luigi De Marchi. – Oggi solo pochi bambini con raccolte a loro dedicate e qualche adulto nostalgico” .

Eppure sembra ieri quando era palpabile la trepidazione nello scartare quelle bustine appena comprate alla ricerca delle figurine mancanti. Attaccarne una ad una, con una precisione certosina, dopo averle ben spalmate di coccoina. E poi la sfida con gli amichetti, esclamando ogni volta con la stessa emozione “Celo, celo, …manca!”. Gli album dei calciatori della Panini ma, per chi si ricorda, anche quelli avventurosi ispirati a Sandokan o quelli scientifici come Leonardo.

Invece oggi “è cambiato il modo di vedere la figurina. – riflette l’amante del vintage Alessandro Prevosto. – Le nuove generazioni acquistano la classica bustina (la serie benefica dei Cucciolotti va per la maggiore) ma non si tratta più delle figurine intese come una volta”. In effetti, dopo gli anni 80’ nei quali impazzavano le collezioni dei ciucci (di plastica colorata o di metallo) dall’estero sbarcarono  le carte collezionabili…che è altro ancora poiché si ottengono effettivi mazzi di carte con cui giocare (vedi Magic, Yu-gi-oh, Pokemon, etc). Non più, dunque, il collezionismo di concezione tradizionale, che tira ancora seppur in un target d’età notevolmente abbassato.

A coltivare l’hobby delle figurine Panini dei calciatori, ancora il must, e le card fumettistiche come Tex Willer o Zagor oggi sono solo i 40/50enni, e pochi in verità. A tenera alta in qualche modo la passione, i liguri ci hanno provato e in più modi: a Genova lo ha fatto Don Roberto Fiscer, viceparroco della chiesa di San Martino di Albaro, che ai suoi parrocchiani ha proposto le 33 figurine da lui ideate in cui sono effigiati Padre Pio, Santa Lucia, San Giovanni Bosco, ma anche Madre Teresa, san Massimiliano Kolbe, Chiara Luce Badano e padre Pino Puglisi. E nel 2012 le figurine degli chef italiani sbarcarono anche a Bergeggi, in provincia di Savona, mentre solo pochi anni fa anche qualche squadra di calcio locale ancora realizzava il proprio album con le figurine dei suoi calciatori in erba. Certo, tutte belle iniziative, ma cose assai diverse dalle collezioni amarcord degli anni ruggenti.

E la cosa che fa male è che anche lo scambio si è svilito. Non è più un piacevole “Celo, celo, …manca!” ma è diventato un mero ricavo economico, un’autentica compravendita. “Tutto si è ridotto a danaro. Con quanto racimolato,  infatti, i ragazzini ci comprano la ricarica telefonica o l’ultimo ambito videogame. Il loro motto è: se vuoi questo pezzo (figurina, album o altro che sia) devi pagare il relativo valore” spiega ancora Alessandro.

Anche per gli adulti esiste un vero mondo figurine che, nonostante si sviluppi anche attraverso fiere e mostre dedicate in cui prendere visione di persona e contrattare sulle valutazioni, è sempre più virtuale poiché sul web i gruppi e le page social ma anche le piattaforme  dedicate allo scambio con vendita spuntano come i funghi, con quotazioni che, a seconda dell’articolo (figurine o album completati) e dall’anno, possono raggiungere diverse centinaia di euro. “Insomma, – riflette Prevosto la passione è la stessa di un tempo  ma le nuove generazioni hanno trasformato il modo in cui collezionare”.

Addio dunque a giochi come ‘muro’ o ‘soffio’… e chi è appassionato di figurine capirà di cosa stiamo parlando.

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