In via tenda

Ventimiglia, il racconto di una 23enne: “Un gruppo di migranti mi ha inseguita. Ho avuto paura”

"Sono scoppiata a piangere: non sapevo come scappare"

roverino migranti

Ventimiglia. Spaventata da un gruppo di migranti che non smettevano di seguirla, una ragazza di 23 anni, residente a Roverino, ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine. “Per fortuna non è successo nulla di grave”, racconta la giovane, “Ma ho pianto dalla paura”.
E’ successo nel primo pomeriggio di oggi in via Tenda. Protagonista della vicenda è A.D.I., una bella ragazza che, dice, “come tutti i venerdì ero scesa in città per fare delle commissioni a piedi. Mai pensavo di vivere un incubo del genere”.

Un gruppo di stranieri tra cui uno in bicicletta hanno iniziato a fischiarmi. Erano le 14,00 circa”, racconta la 23enne, ancora scossa. Fin qui nulla di strano. Ma quegli apprezzamenti iniziavano a farsi troppo insistenti e la ragazza si è voltata verso il gruppo di migranti per farli smettere: “Ho detto loro di fischiare ai carabinieri”, dichiara, “A quel punto l’uomo in bici mi ha riso in faccia e ha detto che fischiava a me perché sono bella e voleva me”.
Una frase, pronunciata in un italiano stentato, che ha spaventato la giovane. “Ho iniziato a camminare più veloce, ma quelli mi seguivano”. Dalla chiesa di Sant’Antonio delle Gianchette, dove è iniziato il tutto, l’inseguimento è continuato fino all’altezza del cimitero di Roverino. “Li sentivo dietro di me”, racconta A.D.I., “Mi sono voltata e ne ho visti tre a piedi oltre a quello in bici. Sono entrata in panico e ho chiamato il 112 e il 113. Non sapevo cosa fare, né dove nascondermi. Io, che non ho mai avuto paura di nulla, sono scoppiata a piangere come una bambina”.

Alla fine sono intervenuti i carabinieri e poi la polizia. La ragazza, nel frattempo, è stata raggiunta una seconda volta dal migrante in bici, che l’ha attesa all’uscita del supermercato. Erano le 15,30: un’ora e mezza dopo l’episodio iniziale.
Io quell’uomo sulla bici lo riconoscerei tra mille”, aggiunge, “Non pensavo di poter vivere in pieno giorno un incubo come fosse notte“.

Fare apprezzamenti a una ragazza non è un reato e nemmeno seguirla se poi, come fortunatamente in questo caso, non si consuma alcuna violenza. Certo però che il terrore di una 23enne, seguita da almeno quattro uomini, è del tutto comprensibile. “Non è possibile avere paura di uscire di casa anche di giorno. Il clima che si è creato è insostenibile”, conclude la giovane.

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