Venerdì pomeriggio

Al teatro del casinò presentato il libro “Da questi luoghi bui”

Scritto da Francesco Fadigati, sanremese di nascita, bergamasco di adozione

Sanremo. Si è svolta ieri pomeriggio, presso il Teatro del Casinò di Sanremo, la presentazione del libro “Da questi luoghi bui” dello scrittore Francesco Fadigati, sanremese di nascita, bergamasco di adozione.

L’incontro è stato organizzato dal Liceo Cassini, in collaborazione con i Martedì letterari e l’associazione di promozione sociale La dimora. Dopo il saluto dell’assessore Daniela Cassini e della preside del Liceo Cassini Enrica Minori, davanti ad una platea gremita di studenti, insegnanti ed amici, in un clima familiare e sereno, l’autore, intervistato dalla padrona di casa dott.ssa Marzia Taruffi, ha spiegato come sono nati i personaggi principali del suo romanzo, alternando il racconto alla lettura di brani letti dagli alunni del Liceo.

Satch è un giovane studente sanremese, un po’ ribelle, chitarrista in una band, innamorato di Sofia e che ha dentro domande importanti e “la smania di veder venir su dal nero dell’acqua una possibilità vera”.

Alessandro, giovane universitario a Milano, prende la difficile decisione di lasciare l’università per iniziare a lavorare come soccorritore nella Croce Bianca a Genova, per quel desiderio di” tornare a sentire il sangue nelle vene” e di “vivere bruciando, morire bruciando”. Commovente il racconto dell’alluvione sul Fereggiano in cui Alessandro rischia di perdere la vita e che ricalca la drammatica esperienza vissuta in prima persona dal fratello dello scrittore, da cui il personaggio di Alessandro ha preso i tratti.

Il signor Nardi, vittima di un incidente ferroviario, si risveglia dal coma tra lo stupore di essere ancora in vita (“Allora ci sono. Sì, cui sono. Sono vivo. Sono tornato.”) e l’accorgersi che c’è qualcuno che si prende cura di lui, che gli porta i fiori e lo va a trovare quando immancabilmente lui sprofonda in uno di quei suoi sonni che durano anche giorni, ma c’è ed è lì per lui.

“Come in un’invenzione a tre voci di Bach, le storie dei tre personaggi scorrono per arrivare ad un finale che potrà scoprire solo il lettore, alla fine di un viaggio, attraverso brutture, drammi, tragedie, amori, insomma, la trama delle nostre vite, raccontata con tratto deciso e appassionato.” (dalla recensione del musicista Walter Muto).

Il prof. Fadigati, intervistato dalle sue insegnati del Liceo, prof.ssa Stefania Sandra e Francesca Crespi, che lo hanno introdotto con parole commosse e sincere, ha incantato i presenti con le sue risposte leali e profonde, le citazioni commoventi di testi di autori che lo hanno formato, con aneddoti del suo mestiere di insegnante, la sua certezza che si possa uscire dai luoghi bui che attanagliano la nostra vita e che esista per ognuno di noi la possibilità di tornare a vedere la luce. Prima delle domande del pubblico Francesco insieme alla sua band “The Wings” si è esibito in quattro brani musicali: Forever young e Like a Rolling Stone di Bob Dylan, Little Wing di Jimi Hendrix e One degli U2.

Nel romanzo infatti c’è molta musica: tanto rock, ma anche Jazz e classica. Molto interessanti le domande dei ragazzi che si sono messi in gioco in un simpatico botta e risposta con l’autore. A chi tra loro volesse cimentarsi con la scrittura Fadigati ha consigliato un “sacrificio di lealtà” verso questa attitudine che uno si trova dentro, perché scrivere costa fatica e alla scrittura va dedicato molto tempo. Li ha inoltre invitati a mettersi in dialogo costante con gli argomenti di studio e con gli autori della letteratura, i grandi compositori e pittori, perché “per questi uomini la stoffa del vivere è diventata questo sentire e questo patire. Io li ammiro – afferma l’affascinante personaggio del professore-educatore Walter Cortesi nel libro- perché loro hanno sofferto ciò che io ho paura di imbracciare, ed è mio, è mio come nessun’altra cosa.”

Questi “maestri” parola molto cara al Fadigati, ci fanno sentire meno soli “quando pare che nessuno, ma proprio nessuno, si curi di queste cose, che sono le uniche che fanno piangere davvero”.

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