San Bartolomeo al Mare, Rossana Brun: “La rotonda, le palmette e i mandarini sacrificati”

3 novembre 2016 | 10:16
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San Bartolomeo al Mare, Rossana Brun: “La rotonda, le palmette e i mandarini sacrificati”

“Realizzando la rotonda all’incrocio di Via Aurelia sono riusciti con una sola opera a fare non pochi danni”

San Bartolomeo al Mare. Rossana Brun si esprime sulla rotonda, le palmette e i mandarini di San Bartolomeo al Mare: “Mi ero chiesta perché mai avessero disposto una inutile cortina di palmette davanti a quei bei mandarini clementini che da sempre presidiano l’incrocio Via Roma/Via Aurelia, oggi regolato dalla tanto discussa rotonda.

Purtroppo è arrivata la risposta: le bellissime e storiche piante di mandarino, ultima testimonianza di quella San Bartolomeo di orti e giardini che hanno poi ceduto il passo ai condomini, tipica piantumazione delle antiche proprietà e degli accessi alle case dei giardinieri fino agli anni 60/70, sono state tagliate per far posto alle palmette hollywoodiane, certamente non brutte, ma che ci restituiscono un arredo verde un po’ artefatto e sprovvisto di precisa e peculiare identità.

Gli ultimi residui di memoria storica vengono così cancellati da una Amministrazione Comunale del tutto inconsapevole dei danni che sta apportando, forse persino convinta di mettere in atto delle migliorie. Perdiamo definitivamente le connotazioni del luogo che ci ha dato i natali per farne un “non luogo” privo dei propri caratteri identitari, grazie e personaggi senza radici e senza memoria (pubblici e privati), che, non avendo mosso i primi passi su queste strade e non essendo cresciuti su questi territori alimentandosi di memorie proprie e/o di antenati, non hanno consapevolezza né sensibilità per saper osservare con il giusto sguardo.

Realizzando la rotonda all’incrocio di Via Aurelia, sono riusciti con una sola opera a fare non pochi danni: sul piano tecnico (è troppo alta rispetto alla circonferenza possibile, a scapito della visibilità/sicurezza e della conseguente bassa capacità di smaltimento dei flussi di traffico) e sul piano architettonico (brutta nella sua forma tozza, copre la vista del mare situato a pochi metri, bene prezioso per una città che si fregia già nel nome di essere “al Mare”, stonata nell’arredo dagli improbabili sassi bianco/fosforescente che nulla hanno a che vedere con i colori di Liguria, per eccellenza terra di pietre e rocce scure …). Recentemente sui fianchi rialzati dell’aiuola ospitata dentro la rotonda sono state piazzate delle lastre metalliche, che contribuiscono ad accentuarne l’aspetto di bunker e fanno pensare alla casetta delle “sturmtruppen”.

Il sacrificio odierno delle storiche piante di mandarini clementini (si racconta che un tempo passando per mare con le imbarcazioni, sentissero arrivare dalla costa il profumo dei mandarini…) equivale ad un vero sacrilegio, un’aberrazione che non può essere taciuta.

Resta l’amara constatazione di come il diffuso tormentone sulla “rotonda”, in atto da mesi, abbia fatto assurgere l’opera a paradigma dell’inadeguatezza amministrativa di chi sta “sgovernando” San Bartolomeo al Mare.
E se lorsignori volessero gentilmente cominciare ad avere coscienza di ciò ?”.