Dal passato

Ecco come si riuniva il pubblico General Parlamento a Cervo nel secolo XIII

Il Cancellario registrava il nome dei maschi adulti presenti ed annunciava che il Parlamento era "validum et completum" solo se essi erano più di novanta

cervo

Cervo. Per quanto concerne la politica, l’archivio storico di Cervo documenta che già a partire dal 1200 la popolazione del borgo si riuniva ogni anno, di solito ad aprile. Il cìntraco annunciava col suono del corno la convocazione del Pubblico General Parlamento cui prendeva parte tutta la popolazione. La riunione si teneva “in platea Palacii”, e cioè nella piazzetta antistante il castello se il tempo era bello, o nel castello stesso in caso di maltempo.

Il Cancellario registrava il nome dei maschi adulti presenti ed annunciava che il Parlamento era “validum et completum” solo se essi erano più di novanta. Di solito comunque erano circa duecento. Nella prima fase venivano messe nel “calice” tante palline quanti erano i presenti con diritto di voto. Le palline erano tutte uguali tranne quattro, contrassegnate con una croce: ciascun “elettore” estraeva a caso la sua pallina, ed i quattro fortunati che pescavano quella segnata diventavano i propositori delle “liste elettorali” di quell’anno. Dopo essersi consultato con parenti ed amici, ciascuno di loro indicava infatti due persone quali candidati alla carica di “Anziano del castello”. Si passava allora alla elezione vera e propria: questi otto candidati erano sottoposti alla “esperienza dei voti” utilizzando i “càbuli” (palline bianche o nere) con cui l’intera popolazione votava a favore (bianco) o contro (nero) ciascun candidato. Alla fine venivano proclamati eletti i due che avevano conseguito il maggior numero di voti “bianchi” detratti i “neri”. Questa possibilità di votare non solo a favore di un candidato ma anche contro di lui definiva chiaramente la effettiva popolarità di ciascuno, ed è forse per questo che i politici l’hanno poi abolita. “Datis et collectis cabulis”, e cioè ultimata la conta dei voti per i due Anziani del Castello (Cervo), si procedeva in modo analogo per i due “Anziani delle Ville” e cioè le frazioni. Oltre a questi quattro Anziani, venivano nominati quattro Censori, quattro Uffiziali di Sanità e quattro Estimatori, che riuniti formavano il Minor Consiglio, equiparabile all’attuale Giunta Municipale. Il Consiglio Comunale – che si chiamava Minor Parlamento – era costituito da questi sedici Uffiziali più altre trentadue persone (sedici per Cervo e sedici per le Ville) nominate direttamente dai quattro Anziani uscenti. Esisteva quindi una partecipazione assai più ampia di quella odierna. Tutta la popolazione formava il General Parlamento per eleggersi i propri amministratori; il Minor Parlamento, costituito da ben 48 persone era detto infatti anche “Parlamento dei Quarantotto” curava gli affari generali; il Minor Consiglio era in pratica l’organo esecutivo, composto da sedici persone ciascuna con precisi incarichi, come gli attuali Assessori.

Al termine del loro mandato i quattro Anziani venivano sottoposti a giudizio pubblico da parte di quattro Revisori, espressamente nominati dal General Parlamento; le relative sentenze li obbligavano a rifondere alla comunità somme eventualmente mal spese. Il Minor Parlamento provvedeva poi a numerose altre nomine per problemi specifici. Venivano così nominati due “Protettori” dell’Ospedale, due per i “poveri carcerati”, due per i poveri in genere, e due “Collettori delle avarie” e cioè delle tasse.

I Collettori indagavano costantemente per individuare eventuali evasori facendo tesoro dei biglietti anonimi che la gente metteva nel “calice” al momento delle votazioni, consentendo al Consiglio dei Quarantotto di tener costantemente aggiornato il “Registro della Comunità”, che era pubblico ed indicava le proprietà ed il reddito di ciascuno.

Per determinare l’ammontare delle “avarie” veniva pubblicamente discusso ed infine fissato il “distaglio” di quell’anno, un indice cioè che, moltiplicato poi per il reddito di ciascuno, fissava automaticamente l’ammontare delle tasse relative, tutte riscosse subito, senza detrazioni, condoni o rinvii.

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