Dieci pellegrini imperiesi dell’Ordine di Malta a Loreto: “Potevamo morire sotto le macerie”

Nonostante la paura e lo smarrimento dei primi istanti, subito i volontari hanno reagito prendendo in braccio i malati e portandoli al sicuro
Loreto. “Ha iniziato a ballare tutto. Sembrava di essere su un pullman in movimento su una strada sterrata e tu sei in piedi tra i sedili e non sai dove aggrapparti: la sensazione è stata quella”. Se la sono vista brutta i volontari dell’Ordine di Malta che ieri, al momento del sisma che ha colpito la città di Norcia, si trovavano, come ogni anno nell’ultimo week-end di ottobre, in pellegrinaggio a Loreto. Dieci di loro, su 120 persone partite da tutta la Liguria, sono imperiesi. E oggi, ritornati a casa, non riescono a dimenticare quella scossa che, per oltre venti secondi, ha fatto tremare l’edificio di cinque piani che li ospitava, come se quell’ammasso di cemento e metallo, recentemente ristrutturato, fosse un castello di carta. Alle 7,40 di mattina di ieri, domenica 30 ottobre, un terremoto di magnitudo 6,5 tra Norcia e Preci ha lasciato senza casa 30mila persone.
Le immagini del sisma, dell’ennesima tragedia che ha messo in ginocchio l’Italia centrale, sono ancora vive negli occhi di chi quel dramma lo ha vissuto. “Loreto è a circa settanta chilometri in linea d’aria da Norcia”, raccontano i volontari, “Ma nonostante la distanza dall’epicentro, la scossa è stata avvertita in modo molto pesante anche qui”.
Nonostante la paura e lo smarrimento dei primi istanti, subito i volontari hanno reagito prendendo in braccio i malati e portandoli al sicuro. “Eravamo in una struttura che noi chiamiamo impropriamente “ospedale” che accoglie pellegrini e malati che si recano a Loreto”, raccontano, “Tra le sette e le otto del mattino bisogna preparare i malati per la colazione, per questo alcuni erano già sulle loro sedie a rotella quando la terra ha iniziato a tremare. Per circa 20 – 30 secondi interminabili tutto ha ballato nella struttura di cinque piani dove eravamo. Abbiamo dovuto prendere di corsa gli ammalati in braccio e portarli fuori, in piazza, perché fossero al sicuro”. Per fortuna, a parte qualche calcinaccio caduto, non ci sono stati altri danni e soprattutto nessun ferito: “L’edificio, molto antico, è stato completamente ristrutturato due anni fa”, racconta un volontario, “Forse è anche per questo che ha retto”.
I malati, rimasti in mezzo alla grande piazza dove si trova il santuario della Santa Casa di Loreto, hanno partecipato ad una messa, rigorosamente all’aperto, e poi sono tornati a casa: per questioni di sicurezza anche il loro rientro è stato anticipato.