L'incontro

Cenova a Villa Viani nella devozione per l’Assunta

Un paese si spopola per fare gemellaggio

Imperia. Cenova, valle della Giara di Rezzo. Un abitato che i bene informati ricordano per essere stato patria di generazioni di lavoratori della pietra. Capaci di realizzare portali e sculture nell’area delle Alpi liguri e marittime, dal Medioevo al XVII secolo. Un paese di pietra, vero campionario d’arte a cielo aperto che meriterebbe di essere inserito a buon titolo come tassello fondamentale di una ormai annosa candidatura al patrimonio dell’Umanità Unesco per la Liguria occidentale e dintorni.

Un paese di ormai 30 anime, con la sua crisi demografica, ma non in crisi di identità. Questo perché il 7 agosto si è praticamente spopolato. 16 abitanti su 30 (e qualcuno ha dovuto dare forfait all’ultimo momento) si è ritrovato in quel di Villa Viani, vivace frazione di Pontedassio. Il motivo fondante è il circuito di gemellaggi attorno alla comune devozione per la tra poco ricorrente festività dell’Assunzione della Vergine a Ferragosto. Occasione rafforzata dal fatto che Cenova e Villa Viani posseggono la statua processionale dell’Assunta quasi uguale: sono modelli realizzati a metà XIX secolo dall’ancora poco noto sculture genovese Giovanni Battista Drago. Una redazione statuaria fortunata, quella del Drago, ad un tempo memore della lezione del barocco ligure, stemperata in una dimensione purista e di estrema e commovente eleganza.

Il gruppo di statue dell’Assunta del Drago annovera altri modelli, tra cui quello di Santa Maria del Campo, attiva parrocchia di Rapallo, e quella di Toirano. Opere amatissime dai fedeli, curate dall’autore anche in base agli abitati di destinazione, onde potessero essere portate in processione a seconda dell’ampiezza delle strade ed alla presenza di passaggi coperti. La visita di Cenova rende quella della scorsa primavera compiuta da Villa Viani e Rapallo.

I cenoaschi sono stati accolti, tra l’altro, nel contesto della visita del gruppo folkloristico occitano Artusin, che è calato a piedi, come nei secoli dei secoli, dal Piemonte, utilizzando antiche strade di collegamento mare-area padana. Sono le strade del sale, la festa, con musica occitana e balli, è stata voluta dall’Associazione delle Strade del Sale, che coinvolge molti comuni piemontesi e liguri. E così Cenova quasi al completo ha riscoperto la sua vocazione per essere stato ganglio fondamentale del passaggio di una strada del sale interamente in territorio di diritto piemontese dopo il 1575 (quando passò ai Savoia). Ha scoperto Villa Viani, con la sua ricchezza artistica barocca e tardobarocca e le sue tipologie abitative e infine tutto è terminato in gloria con la ricchissima merenda tipica preparata nelle capaci cucine della Pro Loco di Villa Viani.

Se infatti i piemontesi sono scesi con formaggi e salumi, i villavianesi, con un supporto economico del Comune di Pontedassio, ma con tanto tanto impegno delle cuoche e dei volontari, hanno sciorinato teglie e teglie di ripieni liguri (inarrivabili, tra le altre cose, i fiori di zucca ripieni), di torte salate, con la soffice piscialandrea, le celestiali lumache, vero simbolo culinario locale e le torte dolci. Non mancavano bevande e vini scelti. Scambio di targhe alla fine: dalla Pro Loco di Villa Viani si ricambia il pregevole dono dell’effigie dell’Assunta su Ardesia opera della scultrice cenoasca Nadia Albavera, collocata bene in vista nel frequentato oratorio di San Bartolomeo. Il cammino continua.

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