Ospedaletti

Magone dell’autista di scuolabus Carlo De Vai: “Ho portato 2 generazioni, ora vado in pensione”

In tutti questi anni, guardarli ed ascoltare le loro preoccupazioni nella mezz’oretta di tragitto è stato grandioso

Riviera24 - Carlo De Vai autista scuolabus ospedaletti pensione

Ospedaletti. Nella sua carriera professionale di autista comunale di scuolabus presso il Comune di Ospedaletti ha scarrozzato ben due generazioni e adesso, a 64 anni e con un totale di 41 anni e un mese di contributi, Carlo De Vai sta per congedarsi per andare in pensione. Il magone non lo nasconde perché “il mio impegno è terminato con la recente chiusura dell’anno scolastico”  racconta nell’intervista esclusiva a Riviera24.

Ora ad attenderlo una manciata di giorni di lavoro in biblioteca per tornare sul bus per un breve periodo di scuola estiva, dal 1 al 15 luglio, dove porterà i bambini in gita e al mare. “Dal 16 metto la parola fine, così potrò tornare alle mie camminate, prendere la bici, dedicarmi alla mia famiglia e ai miei nipotini che abitano a Milano. Se possibile vorrei fare volontariato, esperienza nobile e che fa bene al cuore”.

34 anni trascorsi a portare bambini da casa a scuola e ritorno “fino a questi giorni, in cui ho trasportato i figli di degli ‘alunni’ di qualche anno fa. E avendo io un figlio di 39 anni, e come se oggi portassi i miei nipoti”.

Dal suo sguardo traspare compiacimento e gratitudine per quest’esperienza che lo ha senza dubbio umanamente arricchito regalandogli tanti ricordi da portarsi nel cuore da qui in avanti: “Tutti i ragazzini che ho avuto in tutti questi anni, per quanto scalmanati e con l’argento vivo addosso, sono stati sempre educati e rispettosi…anche se sempre simpaticamente canaglie come tutti i bambini sanno essere. Guardarli ed ascoltare le loro preoccupazioni nella mezz’oretta di tragitto è stato grandioso – ammette il Signor Carlo – C’era che era in ansia per le interrogazioni e chi non esitava ad esprimere antipatia per questa o quest’altra maestra”. Su quel pulmino a 29 posti, con quei bambini dai 6 ai 14 anni dev’essere stato davvero uno spasso. “Ero autista, genitore, accompagnatore. Mi hanno sempre visto perciò si è instaurato un certo feeling grazie al quale non c’è mai stato bisogno di alzare troppo la voce”. Ottimo e di grande stima anche il suo rapporto con le famiglie “con cui ormai non c’è solo conoscenza ma è nata una vera amicizia. A me hanno affidato le loro creature, raccomandandosi per avere un occhio di riguardo nel farli scendere a quella determinata fermata o aspettare qualche minuto in più se loro tardavano”.

Ancora oggi spesso il Signor Carlo si sente salutare per strada e anche se lui li per li non li riconosce, il grande sorriso e le strette di mano che riceve gli fanno in un attimo tornare in mente ogni viso e ogni momento  trascorso in loro compagnia.

E allora da tutti loro e dalla nostra redazione, buona pensione e buona vita, Carlo!

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