Imperia. La politica tocca il tempo a Colussi, i lavoratori lo sfidano. Non sono disposti a cedere neppure di un millimetro, ma anzi ora rilancio e altri scioperi sono già all’orizzonte dopo i primi cinque già attuati. “Colussi? Ci ha ricattati. Ha minacciato che se faremo altri scioperi salteranno incontri e accordi”, dicono i dipendenti del pastificio di via Schiva.
Dal quartier generale di Colussi “no comment” alla decisione del consiglio comunale di chiudere i rubinetti e alzare le barricate al patron della pasta. “Evidentemente avevamo ragione a prendere dei provvedimento nei suoi confronti”, dice il sindaco Carlo Capacci. Angelo Colussi messo alle corde, i cento dipendenti che sono pronti ad altre azioni. “Abbiamo ancora due giornate di sciopero da programma – dicono – stiamo prendendo delle decisioni”.
Brutta pagina della storia industriale quella dell’Agnesi. Un pastificio che sfamava bocche a famiglie da Cervo a Sanremo. Veliero che navigava a gonfie vele. Poi è iniziata ad arrivare la burrasca: tagli e crisi, scioperi e cortei, ma anche passerelle di politici e silenzio degli imperiesi. Già perchè ieri non se ne sono visti in marcia verso il Comune. Eppure 190 anni di storia non sono roba da poco. Le serrande dei commercianti erano tutte alzate, nessuna dimostrazione di solidarietà nei confronti dei lavoratori che presto si vedranno i cancelli chiusi e una sola scelta: trasferirsi a Fossano. La città silente a differenza dei vadesi che sono scesi in piazza insieme ai dipendenti di Tirreno Power e Bombardier che la settimana scorsa hanno bloccato anche il casello dell’autostrada a Savona. “Imperia, città strana, lo sappiamo – dicono gli agnesini – Noi continueremo la nostra lotta con loro o senza di loro”.
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