Bordighera

2 giugno e migranti, il pensiero del Pd di Bordighera

Migranti

Bordighera. “Oggi noi Italiani celebriamo la Festa della Repubblica in memoria di quel lontano 2 giugno del 1946 quando gli italiani  scelsero la forma di Stato Repubblicana preferendola  a quella monarchica, sancendo la nascita della nostra Nazione.

Oggi, nell’era della post modernità, assistiamo, declinato a più livelli, ad un fenomeno  di dimensioni epocali i cui echi richiamano vicende di altri tempi, che le generazioni attuali non hanno, prima d’ora, conosciuto direttamente, giacché ritenute consegnate definitivamente al registro della Storia.

E’ in corso un esodo: una moltitudine disperata di persone vive oggi  un altro tempo. Il loro tempo non è il nostro, un tempo fondamentalmente borghese fatto di certezze, sempre più poche, insofferenze, molte, incardinato su una temporalità che lascia comunque intravedere in un orizzonte futuro, un disegno gravido di aspettative e speranze, grazie alle conquiste di diritti sociali avvenute nel secolo scorso, anch’essi, tuttavia, erosi oggi dai cambiamenti messi in atto dalla globalizzazione.

Il Commissario dell’Unione Europea, Dimitris Avramopoulos, considera il fenomeno  in corso la più grave crisi di rifugiati dalla Seconda Guerra mondiale. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni tale fenomeno non si arresterà prima del 2050. L’Europa ne è l’epicentro, dovrà affrontare dei cambiamenti e aggiustamenti dei parametri normativi e culturali attuali, che si dimostrano inefficaci  giacché concepiti per e in un’epoca che è tramontata definitivamente.

Le categorie politiche con le quali si cerca di comprendere questo fenomeno sono insufficienti. Chi attualmente propende per una visione ed un approccio che concepisce l’uomo, il migrante, il profugo come soggetto politico, non tiene conto che questo uomo è innanzitutto un semplice vivente che ha perso quella dignità civica, che tutte le Nazioni cosiddette moderne e civilizzate, hanno conquistato a beneficio dei rispettivi cittadini, nelle vicende storiche che ne hanno segnato il cammino e l’evoluzione.

Quando la vita diventa la posta in gioco della politica si ottiene uno svuotamento dei diritti fondamentali conquistati in quel processo connotato da  conflitti e contese, anch’esse epocali, che ha dato forma a ciò che oggi chiamiamo Civiltà.

In ragione di ciò il Partito Democratico di Bordighera ritiene inappropriata e miope  la reazione del Sindaco Pallanca, pubblicamente dallo stesso dichiarata, che dall’alto del Suo seggio di governo della Città ritiene di cogliere, quale aspetto essenziale del fenomeno migratorio che, sino ad oggi, ha solo appena lambito Bordighera, quello, pur di forte impatto, della salute pubblica. E’ limitativo, sebbene apparentemente rassicurante, cogliere l’aspetto minaccioso di un fenomeno che non nasce come minaccia bensì in risposta ad una minaccia.

Invitiamo  l’Amministrazione Cittadina a farsi portatrice di un approccio di collaborazione, innanzitutto politica, per gestire con gli altri amministratori del comprensorio intemelio il fenomeno  ricorrendo ad una visione principalmente orientata ai principi di solidarietà e umanità ancorché a quelli dell’ordine pubblico e della salute pubblica giacché questi ultimi, sebbene necessari e imposti per legge, non sono gli unici a configurare l’evento di cui quotidianamente siamo tutti testimoni.

Davanti agli occhi cogliamo le forme moderne dell’oppressione da parte di azioni e fatti, sempre umani non dimentichiamolo quali i conflitti e le guerre, a detrimento e danno di una moltitudine umana, gli oppressi, i nuovi proletari del terzo millennio, che oltre a configurarsi come vittime assumono la posizione  drammatica di popolazione reietta, privata di una terra che possa chiamarsi Nazione che li qualifica, ancorché come rifugiati,  apolidi, e al contempo, assumono la condizione di merce, oggetto  di speculazione, sia politica che economica, dato i notevoli interessi che gravitano intorno alle loro disgrazie.

Sarebbe un degno modo di festeggiare la ricorrenza settantennale della Festa della Repubblica iniziare ad affrontare, oggi, questi temi cercando di esserne all’altezza pensandoli appieno nella loro attualità non dimenticando, ad esempio, che alla fine della Prima Guerra Mondiale un analogo fenomeno di massa  vide coinvolti milioni di persone, tra russi bianchi, armeni, bulgari, greci, tedeschi, ungheresi e rumeni che diede vita a diversi trattati internazionali, i c.d. Minority Treaties.

Privilegiare una visione centrata sui particolari egoismi, sulla cecità degli apparati burocratici, ambigui, significa consegnare alla Storia un unico risultato: il  fallimento di una società che si bea di sé stessa definendosi civile e moderna mentre in realtà sta sancendo la fine dei diritti dell’uomo. Occorre ripensare ad uno statuto stabile dell’uomo sottraendolo a quelle definizioni, tipiche dello Stato – Nazione che coglie nella condizione del rifugiato una provvisorietà che debba condurre o alla naturalizzazione o al rimpatrio.

Occorre ripensare e ricongiungere l’identità tra uomo e cittadino.

Ci rifletta attentamente il nostro Sindaco.

Viva l’Italia! Viva la Repubblica!”

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