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Sanremo: nella Pigna si vive bene, lo dicono i residenti. E sarebbe più turistica di Bussana vecchia se …

Servono agevolazioni per commercio e artigianato per rilanciare il turismo. Efficace il lavoro delle forze dell'ordine per la sicurezza.

Sanremo.Adesso ho 70 anni, da 51 sono nella Pigna”. Il nostro viaggio nella parte alta del centro storico di Sanremo, la Pigna, inizia da una storica bottega da barbiere situata proprio all’entrata delle vecchie mura.

La chiacchierata con il “maestro” Pino Di masi riporta pezzi di vita ormai dimenticati della Sanremo di non molti anni fa.

La mia famiglia arrivava dalla Calabria, abitavamo in via Palma. Allora però non c’erano malavitosi, non c’era droga, si giocava per la strada. Per noi era difficile anche sposarsi e trovare casa perchè su tutte le porte c’era scritto “non si affitta ai meridionali” e io mi vergognavo un po’. Oggi la mia clientela è composta sopratutto da anziani, li faccio pagare poco perchè… perchè va bene così.

Io abito qui da otto anni ma ci ho lavorato per circa vent’anni”. Carmen Boeri, che ha gestito a lungo un ristorante in piazza dei Dolori e nella Pigna ci vive, non ci sta a dipingere il centro storico come un luogo pericoloso.

Io ci vivo benissimo e amo questo posto. Quando avevo il ristorante chiudevo tante volte alle due di notte: nessuno mi ha mai sfiorato o ha mai disturbato i clienti, che magari all’inizio arrivavano un po’ titubanti per i preconcetti che ci sono, ma quando poi arrivavano in piazza dei dolori erano contentissimi, e si meravigliavano di una cattiva fama che non aveva senso. Sicuramente ci sono dei personaggi che possono creare problemi ma ci sono anche altrove in città. Quando abitavo ancora a Verezzo, alla chiusura del ristorante per raggiungere l’auto preferivo passare dalle vie della Pigna che da via Palazzo...

Le cose vanno bene anche se adesso con la chiusura delle Rivolte ci hanno penalizzato non poco, però tutto sommato rispetto a prima non c’è più tanta gentaglia, una buona parte di “pulizia” è stata fatta”. Giovanni Di Gioia arriva da fuori e gestisce da quasi due anni il ristorante Urbicia Vivas in piazza dei Dolori.

La nostra clientela è composta per lo più da turisti, anche se la gente fa ancora fatica ad arrampicarsi per la città vecchia e predilige magari una passeggiata al mare o una visita al Casino. Per il centro storico c’è poca passione, ma qui si vive tranquilli.

Rosaria Dato gestisce con la figlia il negozio di alimentari all’ingresso della Pigna, un luogo purtroppo conosciuto come base per gli spacciatori di droga che per lungo tempo hanno colonizzato la zona e che evidentemente non intendevano crearsi problemi con chi gestiva attività in zona.

Io lavoravo tranquilla anche quando c’erano quei ragazzi sempre qui davanti. Quello che posso dire è che nella Pigna si vive bene – ribadisce – noi siamo state qui a lavorare anche fino a mezzanotte e non ci ha mai disturbato nessuno. Adesso grazie alla Questura e ai carabinieri c’è tutto tranquillo, la gente passa tranquilla e io lavoro tranquilla.

“Io ci sono nato, ci si vive bene e negli ultimi anni ancora meglio perchè dopo molti problemi con l’integrazione, le cose sono decisamente migliorate”. Aldo Ruzzi è felice di vivere da sempre nella Pigna, e appena vede la telecamera ci tiene a far sapere cosa potrebbe fare di più il comune:

Chi ci vive ha cercato di rendere migliore il centro storico. Ora il comune dovrebbe riprendere in mano il progetto, affossato dalla giunta Borea, che prevedeva la creazione di percorsi cittadini inclusivi della Pigna con agevolazioni per la creazione di botteghe artigiane, tenendo conto della struttura architettonica particolare dei locali. Non è pensabile che la gente vada a vedere, e sia contenta, quei quattro ruderi di Bussana vecchia e qua non riusciamo a portare nessuno.

Noi facciamo anche la consegna a domicilio: tanti anziani non ce la fanno a venire fino in giù o ad andare nei supermercati. Il rapporto umano è la cosa che ci interessa di più”. Ha il sorriso dei giovani che cercano di farcela anche in momenti difficili Daniela la titolare, insieme al marito Alessandro, de La Botteguccia di Via Palma, sorta sulle ceneri di un negozio storico di alimentari chiuso più di un anno fa.

Io lavoravo precaria, mio marito era un anno che era a casa, non riuscivamo a trovare niente di concreto e di sicuro. Abbiamo deciso di aprire il negozio e i risultati piano piano ci stanno ripagando. Ci piace anche ravvivare un po’ il quartiere, il rapporto umano e allora il sabato sera facciamo dei piccoli aperitivi, diventiamo un punto di incontro.

Il nostro incontro con chi vive e lavora nella Pigna finisce con la testimonianza di questi due giovani che meglio di qualunque altra cosa ci ricordano che la Pigna può essere una risorsa e non un peso per la città: un luogo tranquillo e ricco di testimonianze della storia cittadina anche negli anni più recenti, un luogo che per le sue caratteristiche potrebbe e  dovrebbe essere uno dei riferimenti del turismo annuale. La richiesta di prendere in mano il vecchio progetto per le botteghe artigiane nel centro storico, con regole diverse e meno vincoli, arriva nel momento in cui il comune deve risolvere il problema di Bussana vecchia, dove le regole di fatto non sono mai state rispettate. Potrebbe essere una buona occasione per affrontare alcune problematiche comuni ai due centri storici, anche perchè sarebbe rischioso per il comune usare due pesi e due misure.

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