Mafia

Processo alla strage di via D’Amelio: il falso pentito Scarantino era sotto protezione a San Bartolomeo al Mare

Di Gangi non era riuscito a chiarire come il falso pentito riuscì a telefonare a un giornalista per comunicare di volere ritrattare la sua falsa confessione

Riviera24 - Vincenzo Scarantino

San Bartolomeo al Mare. Faccia a faccia, nell’ambito del processo “Borsellino quater”, fra Rosalia Basile, ex moglie del falso pentito Vincenzo Scarantino, e Anna Maria Palma, pm nel primo processo per la strage di via d’Amelio. E salta fuori che soggiornava in Riviera e più precisamente a San Bartolomeo al Mare. 

Rosalia Basile, inizialmente ha chiesto di avvalersi della facoltà di non rispondere, perché “psicologicamente stanca”, ma successivamente ha confermato quanto già rivelato in precedenza. “Non ho mai ordito nulla nei confronti della signora”, ha detto il magistrato.

Secondo la Basile, il magistrato, in più occasioni, le avrebbe consigliato, quando era chiamata a testimoniare, di avvalersi della facoltà di non rispondere o di presentare qualche certificato medico. L’ex moglie di Scarantino, avrebbe anche puntato il dito contro altri magistrati perchè contestavano alcune dichiarazioni rese da Scarantino e che tutto sarebbe stato fatto volutamente.

Il magistrato ha negato fortemente questa circostanza, tornando a confermare quanto detto in precedenza e sostenendo che il ruolo della Basile per lei era marginale ai fini processuali. Anche Rosalia Basile, nel corso del confronto, svoltosi nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta, é rimasta ferma nelle sue posizioni.

E Giuseppe Di Gangi, uno dei poliziotti addetto alla sorveglianza del falso pentito Vincenzo Scarantino, indagato di reato connesso, chiamato oggi ad un confronto con Scarantino e l’ex moglie Basile, si é avvalso della facoltà di non rispondere. Di Gangi, in una precedente udienza, sentito in qualità di teste, non era riuscito a chiarire come il falso pentito riuscì a telefonare da San Bartolomeo al Mare, dove viveva sotto protezione, a un giornalista per comunicare di volere ritrattare la sua falsa confessione. Scarantino non disponeva di un’utenza telefonica ne di un cellulare, eppure chiamò il cronista.

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