Il caso

Allarme Ttip, Fasolo (Coldiretti): “Arriverà vino americano e le nostre aziende sono a rischio di estinzione”

La riduzione dei controlli su alimenti e farmaci spalancherebbe le porte anche alle colture Ogm (punto controverso ) e a prodotti potenzialmente pericolosi

rossese

Imperia. La novità si chiama Ttip, Transatlantic trade and investment partership, ovvero accordo transatlantico per il commercio e gli investimenti. Da qualche tempo il Ttip gita i sonni di molti produttori agricoli della provincia di Imperia.

Una frangia dell’industria agroalimentare a stelle e strisce sta affilando le armi, sostenuta da uno stanziamento di 50 milioni di dollari erogato dal Congresso americano, per sbarcare in Europa. Da tre anni le delegazioni dell’Ue e degli Usa, in sostanza, negoziano sull’eliminazione dei dazi doganali e sugli investimenti da tutelare da una parte all’altra dell’Atlantico  Business e mediazioni con cifre da capogiro, ma col rischio di un clamoroso autogol anche in casa nostra. I negoziati di libero scambio transatlantico tra l’Europa e gli Stati Uniti (Tafta-TTIP), infatti, potranno incidere anche sulla produzione locale. Banche e multinazionali vogliono chiudere in fretta gli accordi, governi e categorie agricole temono gli effetti.

Rossese e Ormeasco tanto per fare un esempio sono a rischio? “Sì – risponde Antonio Fasolo, presidente provinciale di Coldiretti – Più che altro sono le aziende che lo producono che rischiano di rimanere schiacciate dai colossi industriali americani specializzati in esportazioni”. Quali sono le strategie da adottare? “Dobbiamo saper tutelare i prodotti locali evitando che un bel giorno non arrivino nei supermercati e negozi sotto casa vini a stelle strisce col nome di un vino nostrano perché nei trattati bilaterali i marchi Doc e Igp, cioè quelli che identificano un territorio, non vengono più riconosciuti.  La Coldiretti nazionale teme per esempio che nei nostri mercati possano arrivare noci di Grenoble … prodotte magari in California o ancora peggio parmigiano contenente un derivato del legno in Pennsylvania”. Che cosa fare allora? “Lottare fin che si potrà affinchè Doc e Igp siano tutelati, altrimenti migliaia e migliaia di bottiglie di rossese prodotte in America potranno essere vendute anche qui da noi senza alcun ostacolo. Magari la qualità è buona – dice Fasolo –  ma a sparire saranno poi le aziende vitivinicole del territori, le troveremo senza lavoro e in crisi per colpa degli americani”.

Non va dimenticato che i contenziosi tra l’ Unione europea e il resto del mondo per l’uso improprio delle denominazioni abbondano, in particolare sull’alimentare. “Occorrono quindi regole chiare su tutta la linea”, avverte il presidente Fasolo.

Altro discorso merita anche la probabile riduzione dei controlli su alimenti e farmaci. La Ttip spalancherebbe le porte dell’Europa alle colture Ogm (punto controverso ) e a prodotti potenzialmente pericolosi, che oggi vengono tolti dal mercato in base al principio di precauzione, ovvero se non è scientificamente provato che quel prodotto è sicuro. Un esempio per tutti? “Noi il miele buono lo abbiamo, ma dall’Asia c’è quello cinese che da qualche parte in Europa si è già visto sugli scaffali. La sua genuinità è tutt’altro che garantita”, dice Fasolo.

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