Imperia

La Segreteria Territoriale rigetta la proposta dell’amministrazione

UIL FPL Imperia: "L’accordo sui criteri di ripartizione del fondo produttività collettiva e regolamentazione degli istituti connessi, proposto dall’azienda, è stato anch’esso rigettato perché come impostato legato agli anni 2015 e 2016"

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Imperia. La Segreteria Territoriale, UIL FPL Imperia, in Piazza Doria 3, afferma: “come segreteria territoriale non abbiamo sottoscritto gli accordi proposti dalla direzione dell’Asl 1 imperiese relativi alla progressione economica orizzontale del personale del comparto e ai criteri di produttività collettiva dello stesso.

Per quanto concerne la progressione economica orizzontale la proposta dell’amministrazione è stata da noi rigettata perché indica come data d’attuazione quella del 1° gennaio 2016 anziché quella del 1° gennaio 2015, appellandosi al fatto che la trattativa è avvenuta a novembre 2016 senza però ricordare che la Uil Fpl aveva, con apposita nota, chiesto l’apertura della trattativa in data 11 febbraio 2015 e che comunque dello stesso avviso sulla decorrenza dall’anno 2015 è la conferenza stato-regioni; inoltre la proposta di parte pubblica di riduzione da euro 1.012,847 ad euro 850.000 del fondo carriera priva oltre 200 lavoratori, il 10% degli aventi diritto, dalla possibilità di usufruire di detto istituto e non dà le dovute garanzie a chi, pur avendone i requisiti, non ha mai usufruito di tale istituto, a chi è stato escluso dalle selezioni dell’anno 2010 e non prevede sviluppi percentuali sulle fasce e sugli sviluppi delle stesse.

L’accordo sui criteri di ripartizione del fondo produttività collettiva e regolamentazione degli istituti connessi, proposto dall’azienda, è stato anch’esso rigettato perché come impostato legato agli anni 2015 e 2016, oltre a non dare risposte certe su come impiegherà il residuo del fondo di carriera anno 2015 pari ad euro 1.012.847 continua a prevedere anche per l’anno 2016 decurtazioni del fondo produttività per alimentare istituti che nulla hanno a che vedere con il fondo e che con siffatta interpretazione i lavoratori continuano ad essere privati di quote di produttività per attività che dovrebbero essere pagate con i fondi dell’ente come prestazioni aggiuntive arrivando al paradosso che i lavoratori finanziano con i loro soldi l’attività dell’azienda”.

 

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