In tribunale

Assolto il luogotente Chiarlone di Imperia, era accusato di abuso d’ufficio e calunnia

Il militare è accusato di aver fatto ricadere le responsabilità di un incidente stradale sull'automobilista tamponato da un suo "parente"

carabinieri

Imperia.

Assolto perché il fatto non sussiste. Si è concluso così il processo al luogotenente dei carabinieri Marco Chiarlone, fino al dicembre 2014 in servizio a Cairo Montenotte al comando del Norm e poi trasferito a Imperia. Era accusato di abuso d’ufficio, calunnia e falso in atto pubblico.

La sentenza è stata emessa dopo un’ora di camera di consiglio dal collegio del tribunale presieduto da Caterina Fiumanò. Grande la soddisfazione degli avvocati difensori Antonio Marino e Claudia Olivieri. “Il collegio ha valutato con grande obiettività e coerena i fattoi contestati al maresciallo Chiarlone. Non possiamo che essere soddisfatti della decisione assunta”. Il pm Cristiana Buttiglione aveva chiesto la condanna del sottufficiale a tre anni di reclusione senza sospensione.

In una delle udienze precedenti in aula era stato sentito proprio il militare che aveva raccontato la sua verità, respingendo ogni accusa, sull’episodio risalente al 26 luglio del 2013 dal quale sono scaturite le contestazioni. Quel giorno il convivente della sorella dell’allora compagna di Chiarlone era rimasto coinvolto in un incidente (per la precisione aveva tamponato un furgoncino) e secondo l’accusa il carabiniere avrebbe cercato di fare in modo che le responsabilità ricadessero sull’altro automobilista anziché sul “parente”.

Secondo l’accusa il militare avrebbe indagato sull’episodio facendo in modo che la ricostruzione dell’incidente facesse ricadere le colpe sull’autista del furgoncino (si ipotizzava che avesse fatto dei sorpassi azzardati e poi si fosse fatto tamponare volontariamente). Tanto che in un primo momento il guidatore del mezzo tamponato era stato indagato per danneggiamenti e violenza privata, ma il procedimento era stato archiviato dalla Procura.

Una ricostruzione che sia gli avvocati che lo stesso Chiarlone aveva contestato con decisione: “Non credo di aver forzato l’esecuzione di niente e non credo assolutamente che ci sia stato dolo da parte mia nel fare qualcosa. Mi sarei comportato così anche se ci fosse stato qualcun altro coinvolto nel sinistro”. Il militare il prossimo 31 maggio andrà in pensione.

 

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