Al tavolo

Liguria, terminato il Consiglio regionale: tanti i punti all’ordine del giorno

Sicurezza sui treni, riduzione dell'uso della carta in Regione e impatto su salute e ambiente di discariche ed inceneritori

palazzo regione liguria

Si è svolto oggi, il Consiglio regionale. Tanti i punti all’ordine del giorno discussi a Genova, tra i quali sicurezza sui treni, riduzione dell’uso della carta in Regione e impatto su salute e ambiente di discariche ed inceneritori.
Di seguito i dettagli:

Più sicurezza sui treni per contrastare le aggressioni ai passeggeri
All’unanimità è stato approvato un ordine del giorno illustrato da Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) sottoscritto anche dagli altri componenti del gruppo Francesco Battistini, Marco De Ferrari, Gabriele Pisani, Alice Salvatore e  Fabio Tosi contro le aggressioni sui treni, ai danni di pendolari e personale del servizio Trenitalia. Il documento impegna la giunta ad attivarsi presso Trenitalia affinché implementi l’organico di sicurezza, in particolare  nelle tratte a rischio e quelle serali dove sono state riscontrate i maggiori problemi per l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza. Il consigliere ha sollecitato, inoltre, una verifica, mediante monitoraggio costante, dell’andamento della criminalità nelle tratte a maggior rischio.
Juri Michelucci ha dichiarato il voto favorevole del Pd valutando il problema serio e l’obbligo di tutelare sia i viaggiatori che il personale attraverso una presenza costante delle forze dell’ordine: «Non ci sono agenti per decine di chilometri e le carrozze vengono lasciate aperte, anche se vuote di passeggeri, mentre si potrebbero chiudere, se inutilizzate». Secondo il consigliere un’altra soluzione è dirottare risorse e personale utilizzato negli stadi sui treni.
Alessandro Piana (Lega Nord) ha aggiunto che il problema sicurezza riguarda tutti i trasporti pubblici (autobus, taxi) e non solo quelli su ferro.

Riduzione dell’uso della carta in Regione: risparmio economico e di materie prime
All’unanimità è stato approvato un ordine del giorno, illustrato da Francesco Battistini (Mov5 Stelle) e sottoscritto anche dagli altri componenti del gruppo Marco De Ferrari, Andrea Melis, Gabriele Pisani, Alice Salvatore, Fabio Tosi con il quale  si impegna la giunta a verificare se il metodo della comunicazione interna fra gli uffici possa avvalersi soltanto di messaggi elettronici, evitando completamente l’uso della carta. Si chiede inoltre che venga utilizzata soltanto carta riciclata, anche per le risme delle fotocopiatrici. Tutto ciò nell’ottica del risparmio economico e della necessità di preservare le materie prime, nel rispetto della normativa europea.

Mantenere le filiali del gruppo Carige in Valle Orba
Con 18 favorevoli e 5 astenuti (Mov5stelle) è stato approvato un ordine del giorno, che ha come primo firmatario Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) e sottoscritto anche da Angelo Vaccarezza (FI), Matteo Rosso (Fdi), Giovanni Battista Pastorino (Rete a sinistra), Andrea Costa (Gruppo misto-Ncd Area Popolare) e Raffaella Paita (Pd) con il quale si impegna la giunta a mettere in campo ogni iniziativa ritenuta idonea per salvaguardare la presenza degli Istituti di credito nelle zone montane e, in particolare, in Valle Orba. Si chiede, quindi, di avviare un tavolo di consultazione con tutti gli istituti di credito che hanno sportelli nelle zone montane per garantire un’adeguata copertura territoriale del sistema bancario e affinché le operazioni di ristrutturazione degli istituti di credito non vadano a determinare una contrazione della concessione del credito, in particolare nei territori montani. Questo costituirebbe un ulteriore motivo di abbandono progressivo dei piccoli Comuni. Nel documento si ricorda che il piano industriale 2015-2019 di Banca Carige prevede il completamento del percorso di razionalizzazione della rete sportelli con la chiusura di 45 filiali e proprio quelli di Banca Carige sono gli unici sportelli presenti nei Comuni di Urbe e Tiglieto in Valle Orba, dove le voci di una possibile chiusura hanno già destato forti preoccupazioni.

Discariche, inceneritori e biodigestori: impatto su salute e ambiente
Marco De Ferrari (Mov.5Stelle) ha illustrato un’interpellanza, sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, Alice Salvatore, Fabio Tosi, Gabriele Pisani, Andrea Melis e Francesco Battistini, con la quale ha chiesto alla giunta i motivi che  la inducono a  costruire un biodigestore in ogni provincia entro il prossimo biennio, secondo quanto si sarebbe appreso a mezzo stampa lo scorso 27 agosto. Il consigliere ha chiesto, inoltre,  i motivi che hanno indotto la decisione di  trasportare nel frattempo i rifiuti fuori regione con «costi enormi per la cittadinanza anziché affidarsi alla strategia “Rifiuti zero”, considerando anche il fatto che la nuova e recente Direttiva del Parlamento Europeo adottata il 24 maggio 2012 al punto 33 rinnova agli Stati membri l’invito a rispettare la gerarchia dei rifiuti e a portare la quota residua (ciò che resta dopo la prevenzione, riciclo, reimpiego, riutilizzo, recupero di materia) prossima allo zero».
Per la giunta ha risposto l’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone  «Gli impianti di biodigestione anaerobica sono inseriti nel Piano dei rifiuti regionale, che è stato approvato con delibera del Consiglio regionale del 23 maggio 2015, quindi sono supportati dal Piano regionale. Se noi vogliamo uscire dalla situazione in cui siamo rispetto alla gestione dei rifiuti – ha aggiunto -bisogna fare delle valutazioni anche di tipo impiantistico». L’assessore ha continuato: «La biodigestione mi sembra che sia, fra le scelte, sicuramente una scelta a bassissimo impatto per quanto riguarda la parte ambientale e per quanto riguarda ovviamente la salute dell’incolumità pubblica». L’assessore ha ribadito che bisogna aumentare la percentuale di raccolta differenziata nelle diverse province e ha puntualizzato: «Mi sembra che la partita della biodigestione anaerobica, con una buona selezione a monte, ci permetta poi di fare eventualmente uscire dalla nostra Regione, se volessimo raggiungere l’impatto di discariche zero, un rifiuto “tal quale”, residuo, che sarebbe a quel punto un prodotto per gli altri impianti di termovalorizzazione. Mi sembra che questa sia la strada da intraprendere». L’assessore ha aggiunto che le Regioni che hanno scelto i biodigestori non vivono un’emergenza sanitaria e neppure un forte impatto ambientale e ha concluso: «Sono ovviamente a disposizione per fare dei percorsi di confronto ulteriori, mi sembra però che da oggi entro due anni bisogna innanzitutto giocare la partita dell’aumento della percentuale della differenziata perché, altrimenti non si può nemmeno pensare a soluzioni definitive».
Marco De Ferrari (Mov5Stelle) ha ribattuto che ci sono alternative migliori ai biodigestori

Rapporto contrattuale tra la Regione e G.S.L
Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) con un’interpellanza, sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, Francesco Battistini, Marco De Ferrari, Gabriele Pisani, Alice Salvatore e Fabio Tosi ha chiesto alla giunta per quali motivi non si sia ancora attivata per risolvere il rapporto contrattuale tra l’Azienda G.S.L. (Gruppo sanità ligure) e la Regione Liguria come prescritto dalla normativa vigente e per quale ragione non sia stata ancora dichiarata la decadenza del Direttore Generale dell’Asl 2 Savonese. Il consigliere ha ricordato  che, con delibera del 2010, l’A.S.L. 2 Savonese ha indetto una gara di appalto europeo per la realizzazione del progetto di sperimentazione gestionale ai fini del recupero delle fughe sanitarie extra-regione nell’ambito della chirurgia ortopedica. Il 21 novembre 2011 è stato istituito, in via sperimentale, il Reparto di Ortopedia presso la sede dell’ospedale S. Maria di Misericordia di Albenga con una convenzione tra l’azienda G.S.L. (Gruppo Sanità Ligure) e la Regione Liguria, che ha visto l’attribuzione di diciotto posti letto per un valore di 63 milioni di euro in nove anni. Ma, come ha ricordato Melis, è stata avviata un’inchiesta che ha visto di concerto operare la Procura di Savona con la Guardia di Finanza con le ipotesi di reato di “turbativa d’asta”, “abuso d’ufficio” e “falso in atto pubblico” che sarebbero alla base della presunta attività illecita venuta in essere al momento della stesura del bando di gara, <>, secondo l’accusa, per G.S.L.
La vicepresidente e assessore alla salute Sonia Viale ha risposto: «Il compito della giunta è innanzitutto quello di non creare altri danni all’amministrazione e quindi, prima di attivarsi in azioni legali o sanzionatorie, occorre avere carte e documenti ufficiali dalle autorità competenti e dall’autorità giudiziaria. Documenti che fino a oggi non ci sono. Non è corretto, quindi, affermare che l’amministrazione non si è mossa. In vicende così delicate che riguardano indagini in corso occorre evitare i giudizi sommari».
Melis ha replicato: «Prendo atto c’è una situazione estremamente critica e non chiara. L’assessore dice che si sta attivando, ma ci sono valutazioni di opportunità di cui tenere conto e la necessità di avere un rapporto di fiducia con il personale di cui si avvale la Regione».

No alla chiusura del Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco della Spezia
All’unanimità è stato approvato un ordine del giorno, licenziato all’unanimità dalla IV commissione, Ambiente-Territorio nella seduta del 28 settembre, contro la chiusura del Nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco della Spezia. Il documento impegna la giunta ed il presidente «affinché si adoperino per mantenere attivo ed effettivo il presidio del Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco della Spezia, prendendo in considerazione le proposte formulate dallo stesso Gruppo sommozzatori e dalla Organizzazioni sindacali audite in IV commissione». Nel documento si rimarca che il Golfo della Spezia è uno tra i più importanti bacini di utenza dei natanti da diporto a livello nazionale e che attualmente l’affluenza turistica, derivante dall’arrivo di grosse navi d crociera, è in forte espansione. Si sottolinea inoltre che alla Spezia opera uno dei porti mercantili più importanti a livello nazionale, anche come volume di merci movimentate. Si mette inoltre in rilievo che la provincia spezzina «è attraversata dai più importanti fiumi della regione: il Vara ed il Magra che hanno storicamente, purtroppo, dato origine ad uno degli eventi alluvionali più disastrosi di questa regione: l’alluvione dell’ottobre 2011». Ed infine si ricorda che nella provincia della Spezia ci sono importanti parchi marini: il Parco nazionale delle Cinque Terre ed il parco regionale marino di Portovenere

Centri per l’impiego, garanzie per i lavoratori non a tempo indeterminato, situazione ancora incerta
Con 7 voti a favore (Pd) 15 contro (maggioranza) e  5 astenuti è stata respinta una mozione illustrata da Sergio Rossetti (Pd) e sottoscritta dagli altri componenti del gruppo, Raffaella Paita, Giovanni Lunardon, Luca Garibaldi, Giovanni Barbagallo, Juri Michelucci, Valter Giuseppe Ferrando, Luigi De Vincenzi. Il documento riguarda il funzionamento dei Centri per l’impiego ed l’occupazione del personale che vi presta servizio, durante questa fase di transizione «verso un diverso assetto delle competenze.», legato al  riordino delle Province e delle Città Metropolitane.  Nell’accordo quadro siglato dalla Conferenza del 30 luglio scorso, Governo e Regioni si sono impegnati a garantire, congiuntamente, sia la continuità di funzionamento dei Centri per l’Impiego sia l’operatività senza soluzioni di continuità del personale in essi impiegato e il Governo ha stanziato 90 milioni per il 2015 e il 2016 «a valere sul fondo di rotazione del Ministero del Lavoro da impiegare per realizzare il concordato piano di rafforzamento dei servizi per l’impiego, mediante l’utilizzo coordinato di fondi nazionale e regionali nonché dei programmi operativi cofinanziati dal FSE; tale finanziamento sarà ripartito alle Regioni, in misura proporzionale al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato direttamente impiegati in compiti di erogazione di servizi per l’impiego». Entro il 30 settembre, le Regioni devono sottoscrivere una convenzione con il Ministero del Lavoro per regolarizzare rapporti e  obblighi. La mozione, quindi,  impegnava la giunta a  farsi carico dei costi del personale sostenuti dalle Province e dalla Città Metropolitana per tutto il 2015, come previsto dall’Accordo Quadro  Nazionale (30% Regione e 70% Stato),  individuando le necessarie risorse nel prossimo assestamento di bilancio. Rossetti, inoltre, ha chiesto di completare il superamento delle Province e di sottoscrivere rapidamente la Convenzione con il Ministero competente che definirà tempi e modi del trasferimento della delega delle politiche attive del lavoro e quindi di tutto il personale ad esse collegato, «compresi coloro che sono assunti a tempo determinato o che hanno contratti Co.Co.Pro. fino al 31/12/2015 attraverso la stabilizzazione degli stessi con la stipula di contratti adeguati».
L’assessore all’occupazione, trasporti e personale Giovanni Berrino ha detto che la mozione era accettabile sul piano politico, ma di difficile accoglimento sotto il profilo economico. La giunta – ha spiegato – si sta muovendo affinché il governo finanzi l’”avvalimento” da parte della Regione del personale dei centri per l’impiego in modo che sia la Regione a governare i centri garantendo la continuità del servizio. Una scelta diversa da quella che hanno potuto operare altre regioni che hanno fatto entrare nell’organico regionale tutto il personale. Il problema per la Liguria è economico: «È molto rischioso per la giunta prendere impegni senza conoscere su quali risorse potrà contare quest’anno e l’anno prossimo. – ha affermato l’assessore – Dopodomani ci sarà un incontro con il ministro Poletti durante il quale si spera di poter avere notizie più precise». Secondo gli impegni presi in precedenza il costo avrebbe dovuto venire ripartito per il 70% a carico delle Province e Città metropolitane e per il 30% della Regione, ma non si sa ancora di quante risorse nazionali potranno contare le une e l’altra.
Sergio Rossetti ha replicato: «Confermiamo la nostra posizione e prendiamo atto che fino a oggi la Giunta non risponde sulla possibilità di far funzionare i servizi e che dal primo gennaio in poi non è chiaro in quale situazione si troveranno i lavoratori che oggi hanno dei contratti a tempo determinato o sono dei Cocopro. Lavoratori che oggi sono indispensabili alla gestione dei servizi. Qualora ci fossero garanzie diverse, rimane il nodo di come funzioneranno i servizi di formazione e se i centri per l’impiego avranno una gestione separata e scarsamente funzionale per un corretto governo del mercato del lavoro».

Parcheggio Ferrovie dello stato di Genova Pontedecimo, sì all’utilizzo. La Regione disponibile a investire 100 mila euro
Con 22 voti a favore e 6 astenuti (Mov5Stelle) il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata da Raffaella Paita, Valter Ferrando, Giovanni Lunardon e Sergio Rossetti del Pd che impegna la giunta a intervenire rapidamente nei confronti di FS (Sistemi Urbani) per realizzare l’acquisizione o la locazione temporanea del parcheggio di Pontedecimo. Nel documento si ricorda che da qualche mese, il parcheggio di proprietà delle Ferrovie dello Stato, adiacente alla stazione di Pontedecimo, è stato chiuso, con pesanti disagi innanzi tutto per i pendolari della Valpolcevera e si rileva che il parcheggio, “per il numero di auto che può ospitare e per la sua collocazione, rappresenta un vero e proprio nodo di interscambio fra ferro e gomma, oltreché essere di servizio alla comunità di Pontedecimo, alla rete commerciale e al comprensorio di Ceranesi, Campomorone,  Mignanego e parte di Serrà Riccò”.
L’assessore all’ambiente, Giacomo Giampedrone ha detto che l’idea di adibire l’area di proprietà ferroviaria esistente a Pontedecimo nei pressi della stazione ferroviaria a parcheggio di interscambio e a servizio dei residenti, è condivisibile. Si sta valutando la possibilità di prendere in concessione l’area..
Paita ha detto di essere soddisfatta ed ha auspicato una veloce soluzione della vicenda.

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