Festa patronale a Poggi, i ringraziamenti del parroco don Gabriel Tirla

Lasciamoci guidare da Cristo, lasciamoci condurre da Lui nel cammino della nostra comunità parrocchiale!
“Grazie a tutti !!!
Carissimi tutti, desidero esprimere un doveroso ringraziamento per la buona riuscita della Festa Patronale che si è svolta domenica 2 agosto nella fraz. di Poggi di Imperia.
Sono molto contento della grande partecipazione di tantissimi ospiti, come anche di tutti quei parrocchiani che si sono adoperati nei preparativi della festa: il banco di beneficenza, la vendita dei biglietti della Lotteria, l’addobbo della chiesa, il coro e l’organista per l’impegno delle prove e l’animazione della Santa Messa, il rinfresco, i preparativi delle composizioni floreali, i portatori della statua, l’impegno nel preparare i carugi in maniera esemplare per la processione (a Poggi Superiore), della collaborazione del fotografo ecc.
Mi permetto di esprimere un vivo e cordiale ringraziamento al Vescovo Guglielmo Borghetti per la Sua presenza a Poggi. Al Suo arrivo ho avuto occasione di illustrare la situazione in cui versa la chiesa parrocchiale, ormai chiusa per motivi di inagibilità dal 2011; ha visitato anche la casa canonica di Via XX Settembre, anch’essa in una situazione di degrado a causa delle lesioni dovute agli smottamenti degli ultimi tempi; ed infine l’Oratorio in cui ha celebrato la Santa Messa, dall’aspetto particolare dovuto allo stato di abbandono in cui questo edificio è rimasto per molto tempo.
Il Vescovo è rimasto certamente molto colpito e perplesso, quasi “senza parole”, ma ha promesso che ci aiuterà a trovare una soluzione ai molti disagi che la nostra comunità sta vivendo.
Un ringraziamento doveroso va anche all’Amministrazione Comunale di Imperia e alla nuova gestione della TecnoService per l’impegno profuso nella pulizia delle strade e dei cassonetti della spazzatura lungo il percorso dove si sarebbe svolta la processione.
Spero di non aver dimenticato nessuno. Abbiamo vissuto insieme momenti di gioia, di preghiera, di impegno e soprattutto di condivisione. Un grazie di cuore a tutti coloro che in qualunque momento e situazione mi sono stati vicino e mi hanno sostenuto.
Su tutti invoco copiosi doni celesti dalla Vergine, Madre di Dio.
“Nella giustizia e nella carità fraterna”
Vita della comunità parrocchiale
Dopo l’esperienza ricca di soddisfazioni di 8 anni di sacerdozio come vostro pastore e Parroco di Poggi, ringrazio tutti per quanto avete fatto per me in questi anni; ho cercato di essere me stesso, con le mie capacità e i miei limiti, con le mie fragilità e con i doni che il Signore ha posto nelle mie mani.
Esprimo a tutti voi la grande riconoscenza per la Festa Patronale di Poggi in onore di Maria Nostra Signora della Neve della presenza significativa diMons. Guglielmo Borghetti Vescovo Coadiutore della nostra Diocesi per la sua prima visita come pastore, per la sua disponibilità e vicinanza che vorrà accordarci in ogni situazione. Per quel che è stato possibile anche al nostro Vescovo Mons. Mario Oliveri a cui esprimo il più sincero grazie per il grande dono del Sacramento del sacerdozio che mi ha conferito, e per l’incarico di parroco in questa comunità di Poggi per la mia missione di pastore e guida in mezzo a voi.
Ho cercato di cogliere quella preziosa eredità che i miei predecessori sacerdoti hanno saputo ravvivare e custodire con zelo e dedizione, mettendo tutta la loro “vita sacerdotale” al servizio di questa comunità per anni, esempio semplice e discreto di “vita donata e offerta” al servizio del Regno di Dio.
Essere pastore e guida: è un impegno e un servizio per ravvivare la presenza di Cristo nella quotidiana vita di ogni battezzato…
Uomo dell’Eucarestia, che spezza il “Vero Corpo” e versa il “Vero Sangue” del Signore per donarcelo come “cibo e bevanda di vita eterna”…
Ministro della Parola e dei Sacramenti che, agendo come strumento della Grazia, conduce il popolo di Dio verso la completa realizzazione del Regno nel tempo e nella storia….
Vorrei parlarvi con il cuore più che con le parole. Vorrei dirvi che voi siete la mia famiglia ! Tutti ! Nessuno è più figlio, nessuno è più fratello, nessuno è più bravo… Può capitare che a volte nasca un rapporto più stretto con uno più di un altro, ma questo non tocca la realtà delle cose: sono il parroco di tutti, e a tutti voi vorrei donare il meglio di me stesso, il meglio della mia vita…
Senz’altro oggi parlare della parrocchia vuol dire anche prendere atto della presenza nella chiesa di Papa Francesco, che prima di essere Papa di tutto il mondo cattolico e Vescovo di Roma, si comporta come un “pastore” come un semplice parroco del mondo. Parroco vuol dire: essere innanzitutto uomo con tutti i pregi e difetti; vuol dire stare vicino, colui che abita vicino alla sua gente; di conseguenza un punto di riferimento per tutti, vicino a coloro che partecipano alla vita della comunità, ma vicino a tutti, e vicino anche a coloro che se ne sentono più distaccati.
Ed è proprio quello che Papa Francesco sta vivendo e facendo in questo momento, anzi prima di fare tante cose guardiamo al nostro essere. Papa Francesco entra nelle famiglie e nei cuori di tantissime persone indipendentemente dalla religione, dalla cultura e dalla razza, è vicino anche a chi è lontano dalla fede e li attira con la sola forza del Vangelo, comunicando…
Mi è sempre piaciuto partire dalle cose positive, e non da quelle negative o che dividono. Oggi sento che la nostra comunità parrocchiale ha bisogno di unità e comunione. Non si può costruire nulla di solido sulle divisioni o sui gruppetti. Per costruire sulla roccia, di cui parla Gesù nel Vangelo, c’è bisogno di una piena comunione e libertà interiore. E’ possibile che tutti non riusciamo a pensare allo stesso modo, ma è doveroso e necessario che ognuno parli con chiarezza e ascolti con vero interesse il punto di vista dell’altro: solo questo può farci fare un passo avanti nella fraternità. È vero che stiamo vivendo un momento difficile nella storia della chiesa, a partire dall’economia e dal lavoro. Ma uno dei punti di forza, in momenti come questo, è quello di una piena solidarietà, capace di passare oltre le nostre visioni e preconcetti personali, capace di accogliere l’altro come nostro fratello e amico e non come concorrente.
Ecco, veniamo alle cose concrete. La nostra parrocchia ha sempre avuto come punto di forza i giovani e i ragazzi. Negli ultimi tempi si sono sgretolate un po’ di certezze e di tradizioni. Soprattutto per la mancanza di educatori. Dall’altra parte educatori non si intende persone diverse e non si possono improvvisare, i primi educatori si è nella propria famiglia, i genitori per i propri figli, ci vuole molto tempo per formare degli educatori e soprattutto vivere una vacazione sincera. Con l’aiuto di tutti vogliamo provare a ricostruire una chiesa come comunità e come famiglia impegnandoci a curare ed educare i nostri figli e così vivere tutte le nostre feste del paese insieme con tutti, questo è il mio desiderio più grande. Per realizzare tutto questo servono prima di tutto persone disponibili per fare un cammino di preparazione per essere d’aiuto agli altri, sia come catechisti ai quali affidare la parte più legata ai sacramenti sia come educatori e responsabili dei figli. I giovani sono senz’altro una delle prime attenzioni della parrocchia, non perché sono una risorsa per l’oggi e per il futuro, ma perché sono capaci di speranza, il loro cuore è naturalmente orientato al vero e al giusto nei confronti degli altri e del mondo che li circonda. Il loro cuore che arde coinvolge l’intera comunità ecclesiale e quella civile. Sono capaci e desiderosi di fare progetti e provocano la comunità a non sentirsi mai arrivata al traguardo ma guardare sempre avanti. Viviamo la fede come una continua ricerca, come un dialogo e un incontro liberante con il Signore. Per questo possiamo diventare autenticamente protagonisti della ricerca di parole nuove per annunciare il regno di Dio agli uomini e alle donne del nostro tempo.
La famiglia è uno dei luoghi principali della chiamata alla santità, in quanto modellata e ispirata all’amore di Gesù Cristo e della Sua Chiesa. La via specifica di santità degli sposi è data dal sacramento del matrimonio. La preghiera, la Parola di Dio, l’Eucarestia e i sacramenti nella famiglia vengono vissuti nella forma propria della coppia sponsale, nata dal matrimonio, e dalla famiglia, chiesa domestica (Orientamenti Pastorali per la preparazione al matrimonio e alla famiglia, CEI).
San Pietro nella sua prima lettera, dice che ognuno di noi è una pietra viva, appoggiata su Gesù, pietra angolare che regge tutta la chiesa. La famiglia è la piccola e prima chiesa, che unita alle altre famiglie e ai vescovi e sacerdoti forma la chiesa del popolo di Dio. Nella famiglia tutto è vissuto assieme e collegato dal dialogo che costruisce un tessuto di comunione.
È bello pensare che si è famiglia sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, soprattutto è bello sapere che la famiglia è nel mondo il segno vivente dell’amore di Dio. Sobrio, fecondo, forte e ricco di ogni umana sfaccettatura. Una sfida per il futuro, per la crescita della parrocchia: costruire insieme la famiglia per le famiglie.
Lasciamoci guidare da Cristo, lasciamoci condurre da Lui nel cammino della nostra comunità parrocchiale !
Chiedo la preghiera sincera per le mie inadeguatezze e chiedo a tutti l’impegno per essere “cristiani attivi e responsabili”, uomini, donne, giovani, anziani che amano Cristo, lo conoscono e si amano a vicenda, vivendo la scuola del Vangelo come priorità assoluta…
Sta a voi, dunque le sorti di questa comunità parrocchiale, nel cogliere un impegno da parte di tutti per continuare a valorizzare la vita della chiesa oppure abbandonare tutto ed essere annientati dal nemico…
Vi ringrazio e vi benedico tutti caramente…
Menù da preparare ogni mattina:
prendere un decilitro di pazienza,
una tazza di bontà,
quattro cucchiai di buona volontà,
un pizzico di speranza,
aggiungere una manciata di tolleranza,
qualche filo di simpatia,
una manciata di quella pianta rara
che si chiama umiltà,
una quantità di buon umore.
Condire tutto con molto buon senso.
Lasciare cuocere a fuoco lento
ed otterrete così una
BUONA GIORNATA !
Con affetto don Gabriel Tirla”