“We are not going back”, l’inno dei migranti di Ponte San Ludovico

“Ne faremo una canzone, una storia da raccontare che quest’estate porterà Ventimiglia in tournée”
Ventimiglia. E’ stato inventato da un profugo somalo di 16 anni, il nuovo inno o canto libero dei migranti “irriducibili” di Ponte San Ludovico. “We are not going back” (non torneremo indietro) questo è il titolo della canzone simbolo di lotta contro chi ha tirato su un invisibile muro da più di un mese, con i migranti fermi alla frontiera italo-francese.
Ebbene saranno i Tetes de Bois a musicare questo ritornello di libertà e il cantante del gruppo Andrea Satta in un’intervista al quotidiano “Il Manifesto” ha spiegato che l’avevano pensata solo “come una suonata per voce e fisarmonica da tenere sugli scogli per accompagnare la spedizione di derrate alimentari”. Poi l’intuizione: “È un messaggio di speranza e battaglia che abbiamo voluto riprendere perché come artisti abbiamo il dovere di farlo conoscere e portare in giro per il mondo. Ne faremo una canzone, una storia da raccontare che quest’estate porterà Ventimiglia in tournée”.
A Ventimiglia sono giunti grazie a Vauro e sulla loro pagina Facebook i Tetes de Bois raccontano: “Noi Tetes andiamo a vedere il concerto di Bella Ciao a Roma. A metà concerto si fa un po’ di luce in platea e fra me (Andrea) e Angelo c’era seduto proprio Vauro con la moglie: “Ma come, siete qua? – ci fa ridendo – venite con me a Ventimiglia a trovare i migranti che stanno sugli scogli?”. Fatto. Bellissimo.”