Mostre: “Conoscere e amare l’Italia” del Fai a Sanremo

Dopo le tappe di Milano di Milano e Pescaglia (Lucca), la mostra arriva al teatro Ariston di Sanremo il 30 luglio e vi restera’ fino al 19 agosto
Sanremo. Scoprire le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del Fai (Fondo ambiente italiano): e’ questo l’obiettivo della mostra ‘Conoscere e amare l’Italia: le trasformazioni del Paese’, che sta girando l’Italia. Dopo le tappe di Milano di Milano e Pescaglia (Lucca), la mostra arriva al teatro Ariston di Sanremo il 30 luglio e vi restera’ fino al 19 agosto.
Con le foto, Bazzoni, architetto milanese, ripercorre le tappe del suo impegno civile per la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano a partire dagli anni Cinquanta. Architetto nella Milano della ricostruzione e del boom economico, Renato Bazzoni progetto’ edifici industriali e alberghieri, abitazioni e ospedali ma la sua passione fu da sempre l’architettura rurale – “creata dalla gente dei campi, delle montagne, delle coste” come amava definirla – che lo porto’ in giro per l’Italia alla ricerca di testimonianze di un mondo che andava scomparendo. In questo viaggio nell’Italia minore Bazzoni si affida alla sua macchina fotografica per registrare, descrivere e interpretare le grandi trasformazioni del Paese, quando da agricolo divenne industriale e postindustriale.
Curata da Alberto Saibene, la mostra e’ divisa in sei sezioni – a ciascuna corrisponde un monitor su cui scorrono le immagini fotografiche – e comprende circa 300 scatti, parte di un immenso corpus donato al FAI dalla signora Bazzoni. La prima e’ dedicata all’Architettura spontanea o rustica; la seconda e’ sulle alluvioni e sui disastri ambientali; la terza affronta il tema del fragile habitat di Venezia; la quarta ha per titolo ‘Tutti al mare’, immortala gli scempi edilizi costieri. Una visione in chiaroscuro, tra il documento, la divulgazione e la denuncia, che precede le ultime due sezioni: ‘Nel solco di Romolo’: una lettura della storia dell’uomo attraverso il paesaggio; e ‘Gli spigoli della Liguria’, con scatti che ritraggono non solo la cementificazione delle coste, ma anche le Cinque Terre prima dell’arrivo del turismo di massa e l’entroterra costellato di architetture rurali e villaggi abbandonati.