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Giovani chi cercate…? – Tempo di Vacanze

Il riposo di questa stagione estiva sia allora, soprattutto per i giovani, il tempo privilegiato nel quale riscoprire e dare valore a quello che quasi sempre non riusciamo a fare nell'agitazione dei tanti impegni

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In verità sono iniziate, almeno per la quasi totalità degli studenti, già da qualche giorno e, per quella esperienza scolastica che tutti in qualche modo abbiamo fatto, sono il periodo più amato dell’anno.
Per i nostri “vecchi” non era così; tanto che neppure il tempo della scuola restava libero dal lavoro.

I nonni che vengono dalla campagna ricordano che il pomeriggio, quando non avevano ancora inventato il doposcuola, il tempo era dedicato non solo ai compiti, ma anche a mille piccoli lavoro che contribuivano, se non all’economia familiare, almeno a togliere dal lavoro di casa qualche peso. E l’estate difficilmente si passava a poltrire.

Oggi la vacanza è sacra; tanto che sovente – in modo purtroppo significativo e negativo -rappresenta un tempo di “nulla” totale, di vuoto (come dice la stessa etimologia del termine vacanza), che non arricchisce la nostra vita.

Se infatti è giusto concedersi un periodo di riposo nello spazio del nostro vivere (ricordando anche la Lettera Pastorale che il vescovo Antonio ci ha consegnato lo scorso autunno) non possiamo pensare che questo tempo sia dedicato al “dolce far niente”; che sia, cioè, una vacanza “da”, senza essere anche una vacanza “per”.

Perché allora l’estate non diventi il luogo della dispersione, della banalità e della leggerezza estrema, tanto da essere davvero un “vuoto assoluto” che non sappiamo riempire di cose buone, proviamo a suggerire un possibile itinerario.

“Venite in disparte e riposatevi un po’”.
Il tempo del riposo è innanzitutto un tempo nel quale, grazie all’assenza di impegni lavorativi o scolastici, possiamo “separaci” dalla quotidianità per entrare in uno spazio “altro” che non è solo quello della preghiera e del contatto con il Signore, ma che rappresenta addirittura il compimento della nostra personalità. Infatti il riposo ci permette di entrare nel Sabato e di realizzare in pienezza la nostra umanità così come Dio l’ha pensata. Di vivere cioè in armonia con Dio e con la natura, come ci raccontano i primi capitoli del libro della Genesi.

Siamo chiamati come Maria, la sorella di Lazzaro, a fermarci ai piedi di Gesù per aiutare Marta a comprendere che nella vita, prima del fare e dell’avere, deve venire l'”essere”.

Il lavoro non è una condanna (neppure lo studio!) ma ci dice che esiste una incompletezza nella creazione ed in noi; una costrizione a fare che ci distrae da quella che è la nostra vera natura: noi infatti siamo dei contemplativi. Questa affermazione può sembrare paradossale, ma questa è la verità su noi stessi. Noi siamo chiamati a contemplare, ad amare, a vivere una pienezza che si realizza solo nel dono totale. Certo un cristiano autentico riesce a trasformare il lavoro stesso e tutta la vita in preghiera: ma non è sempre così facile.

Il riposo di questa stagione estiva sia allora, soprattutto per i giovani, il tempo privilegiato nel quale riscoprire e dare valore a quello che quasi sempre non riusciamo a fare nell’agitazione dei tanti impegni che si rincorrono nei mesi della scuola. Diventi il momento nel quale ci mettiamo ai piedi del Maestro per ascoltare la sua Parola, per nutrirci del suo Corpo e per comprendere il progetto pensato per ognuno di noi.

Tempo pieno e non vuoto nel quale realizzare compiutamente quello che siamo, per deciderci nella ricerca di quella fonte di “acqua viva” che sola può toglierci la sete di amore che ci portiamo dentro, forse anche in modo inespresso, senza essere capaci di capirlo. Ma l’inquietudine del cuore così come il il desiderio di pienezza e di felicità trovano in questo cammino la traccia da seguire per trovare la risposta che ci rivela chi siamo. Cercatori di Dio.

(di Nuccio Garibaldi)

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