Adolfo Ranise: “Basta una reflex (ultimo grido) per sentirsi fotografi”

Dietro allo scatto c’è di più e ora la categoria deve fare i conti con fotografi improvvisati che si vendono come professionisti del mestiere per matrimoni e eventi
Imperia. Nascono come i funghi. Fotografi improvvisati con la macchina in mano che fanno album di eventi e matrimoni a basso costo e di scarsa qualità. E poi ci sono i fotografi che questo mestiere lo conoscono e lo fanno da 30 anni e che gestiscono anche un negozio da 20 danneggiati non dai principianti, ma dagli abusivi nel vero senso della parola. Dietro lo scatto c’è qualcosa di più.
Lo sfogo di Adolfo Ranise, imperiese doc, è in realtà l’urlo di dolore di una categoria che in questi anni arranca e fa fatica a sopravvivere. Taglia collaboratori, abbassa la saracinesca dei negozi e si inventa altri lavori per poter continuare a vivere. Ed ecco allora che quello sfogo, sbattuto in faccia alla realtà, fa riflettere ed è l’ennesimo pugno nello stomaco che questa città fatta di tante persone che il mestiere lo sanno fare che alla fine sono quasi costrette ad arrendersi.
“In questa ennesima notte insonne passata qui davanti al computer, mi concedo una riflessione…pensando a come la professione del fotografo sia diventata così difficile da esercitare…a parte il socio di maggioranza, lo Stato, il quale si mangia il 60% di quanto tanto faticosamente guadagni e le banche che applicano tassi di interesse al limite dell’usura…ogni giorno è una battaglia…apri bottega e speri che sia una buona giornata…poi ti trovi con una buona parte della clientela che si presenta sempre più esigente e fin li non sarebbe un problema, ma molto supponente, che si crede preparata ma non sa distinguere un pixel da una pizza, pronta a sminuire il tuo lavoro per ottenere sconti…“tanto fa tutto il computer” oppure “c’è photoshop” e poi pagine Facebook che pullulano di “photographer” i quali a fronte di una foto da urlo postata fanno seguire montagne di immagini immonde”.
Ma l’analisi di Adolfo Ranise offre anche altri spunti sui quali riflettere: “Che dire dei soliti noti che in settimana fanno un lavoro, magari artigianale, e al sabato e la domenica si travestono da fotografi fregandosene dell’artigiano fotografo che soffre tanto e forse più di loro a sbarcare il lunario…una riflessione anche sui colleghi che si svendono per una manciata di denari screditando un’intera categoria...altri che predicano bene e razzolano male…altri che addirittura offrono servizi fotografici gratis per poi far pagare il servizio salato sul costo dell’album di nozze…e che dire dell’amico che si sente fotografo maneggiando una reflex di fascia economica, ma che fa figo e che si propone alle coppie di sposi, le quali o per mancanza di gusto o interesse o soldi lo assoldano per fotografare quello che almeno una volta era il giorno più importante della vita di una coppia…e che dire delle mamme che per risparmiare una manciata di euro preferiscono non ordinare la foto di una comunione dove il figlio riceve l’ostia per concentrare l’attenzione su altre immagini più da copertina dove risalta l’abito della festa”.
“Insomma – secondo Ranise – esiste una varietà di situazioni impensabili solo pochi anni fa e finirei per citare la coppia di sposi che la settimana scorsa a pochi giorni dal loro matrimonio, dopo aver versato un acconto un anno fa, ha preferito rivolgersi all’amico per risparmiare il servizio, facendomi rinunciare ad altri lavori che avrei potuto fare in quella data…vorrei sapere come si sarebbero comportati se io a pochi giorni dalle nozze avessi detto loro che mi sarei fatto un giorno di vacanza nel giorno del loro matrimonio…questo è l’attuale mondo del fotografo professionista che rischia di crollare a pezzi sotto la scure del digitale…del fai da te…della crisi economica…del lavoro nero…e dello stato padrone…e della mancanza di rispetto della gente”.
Secondo Ranise “per fortuna non tutto è negativo, le mie mostre nazionali e internazionali, i premi vinti nei tanti concorsi, le onorificenze ricevute, l’affetto di una clientela affezionata mi spinge ad andare avanti”.
Tanti e numerosi i messaggi di solidarietà che ha ricevuto. “E’ vero – ammette Ranise – sono un po’ giù di corda, ma come sempre saprò rialzarmi, magari cercando strade diverse…sempre nella fotografia si intende. Ore e nottate di lavoro, sottraendo tempo a tutto e a tutti per poi vedere tutto questo impegno vanificato o comunque non valorizzato adeguatamente mi da fastidio. La concorrenza sleale c’è sempre stata, il fatto è che una volta, quando la foto non compariva nel monitor erano molto meno coloro che si azzardavano a improvvisarsi fotografi di cerimonia…oggi con i motori a raffica, le reflex a prova di scemo…le schede da 3000 foto…è tutto diverso! tutti si sentono fotografi già usando un cellulare e utilizzando qualche filtro o effetto speciale…Mi sembra di sognare nel pensare che sino a pochi anni fa (meno di dieci anni fa…non parlo del Jurassico) caricavo l’Hasselblad con rulli da 12 foto…avanzavo la pellicola con la manovella ed esponevo a mano...vedendo le foto scattate un paio di giorni dopo! Per fortuna la professionalità non è solo fare una foto tecnicamente corretta ma il saper gestire situazioni che non ti consentono di sbagliare…il saper raccontare…il saper dar te stesso agli altri…e poi certamente il saper utilizzare la luce, comporre un’immagine, cogliere l’attimo irripetibile, il saper vedere oltre al semplice scatto…ma non tutti sanno apprezzare questi aspetti e lì entra in gioco la sensibilità delle persone e il gusto, se tutto ciò non viene apprezzato, ovviamente l’amico o l’abusivo troveranno terreno fertile. Comunque si va avanti, domani e un altro giorno e poi staremo a vedere…d’altronde sono abituato a lottare e non mi arrendo, chi mi conosce lo sa”.