Veglia vocazionale

Parola di Dio e vocazione – La veglia diocesana

L’invito alla testimonianza rivolto ai seminaristi è monito anche per ogni cristiano, nella consapevolezza che l’incontro personale con il Cristo “apre la mente per comprendere le Scritture”

Sette verbi che indicano il modo in cui accostarsi alla Parola di Dio: leggere, spiegare, comprendere, ascoltare, vedere, agire ed infine celebrare.

Questo spunto significativo il vescovo diocesano ha offerto nella riflessione a coloro che hanno partecipato alla Veglia diocesana di preghiera per le vocazione che si è svolta venerdì sera nella Parrocchia di Nostra Signora della Mercede, in Sanremo.

Parole rivolte in modo particolare a quattro seminaristi che, proprio dalle mani di mons. Suetta, hanno ricevuto in quella occasione il Ministero del Lettorato. Antonio, Nuccio, Sueli e Thomas, hanno vissuto così una tappa importante sulla strada verso il sacerdozio.

Questi verbi segnano un percorso che richiama tutti i fedeli, in particolare quelli che sono chiamati a svolgere nelle comunità questo prezioso ministero, ad accostarsi alla Scrittura con un atteggiamento di accoglienza e docilità. Infatti, l’ufficio di lettore “mette a servizio della fede, la quale ha la sua radice e il suo fondamento nella Parola di Dio”.

L’invito alla testimonianza rivolto ai seminaristi è monito anche per ogni cristiano, nella consapevolezza che l’incontro personale con il Cristo “apre la mente per comprendere le Scritture”.

Le preghiera, i canti, una danza eseguita da quattro religiose ed i brani scelti per la celebrazione, tra i quali anche alcuni estratti della Evangelii Gaudium, ci hanno portato a meditare come la gioia dell’incontro con il Signore si realizzi proprio scoprendo la bellezza di una Parola che, meditata giorno dopo giorno, illumina ed indirizza la nostra vita e ci rende fedeli annunciatori ai fratelli.

Al momento della consegna del libro della Sacra Scrittura le parole pronunciate dal vescovo dicono il senso di questo ministero: “ricevi il libro delle sante Scritture e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”.

La Domenica del Buon Pastore, nella quale si celebra la Giornata Mondiale delle vocazioni rischia di essere la stanca ripetizione di un rito se non è animata dalla speranza della comunità cristiana che ancora il Signore chiamata alcuni a seguirlo più da vicino, a stare con lui. Vivere questo appuntamento con fede richiede un cuore aperto alla speranza ed un atteggiamento di attenzione verso le iniziative legate alla cura delle vocazioni.

Il Signore ha concesso alla nostra Chiesa locale la gioia di una comunità di sei seminaristi che si preparano al sacerdozio. Questa è una grazia grande. Dobbiamo esserne consapevoli ed impegnarci con grande fiducia e dedizione perché si trovi il coraggio di invitare i giovani a vivere queste occasioni di incontro. Cercare nelle Parrocchie e nei Vicariati di favorire momenti di preghiera.

Sfruttare gli incontri diocesani, come la Lectio Divina guidata mensilmente dal vescovo, per avvicinare i giovani all’incontro con la Parola: cioè con Cristo. Il Signore chiama sempre. Continua a gettare il seme della sua Parola.

Chiediamoci quanto ci impegniamo per rendere accogliente il terreno delle nostre comunità, per non doverci poi sempre lamentare che mancano sacerdoti e religiosi.
Chiediamoci se siamo veramente dei gioiosi testimoni della sua risurrezione.

Chiediamoci quanto siamo lavorando nelle nostre comunità perché la visione di vita cristiana sia il fertilizzante per le nuove vocazioni. Perché “La nostra gioia più profonda viene da Cristo: stare con Lui, camminare con Lui, essere suoi discepoli” (Papa Francesco)

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