Maxi truffa alle banche a Imperia, nominato perito per le intercettazioni

23 aprile 2015 | 16:23
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Maxi truffa alle banche a Imperia, nominato perito per le intercettazioni

Oltre ottanta imputati per una maxi truffa, da svariati milioni di euro, in relazione a mutui immobiliari e prestiti, ai danni di banche e società finanziarie.

Il caso é stato discusso questa mattina ma é stato rinviato dal collegio del tribunale di Imperia per la nomina del perito che si occuperá di elaborare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche.

Altre udienze giá fissate anche il 24 settembre e il 1 ottobre.

Un processo che é stato istruito dopo un blitz della Guardia di Finanza con 59 episodi accertati, 84 persone indicate a fine indagine ed un sistema volto a raggirare 44 istituti di credito e 15 società finanziarie.

Nel processo a Imperia si sono costituiti parte civile le banche raggirate tra il 2006 ed il 2009, tra cui: Credito Emiliano, Banca di Caraglio, San Giorgio, Banca Popolare Italiana, Unicredit, Deutsche Bank. Ma ci sono anche altri istituti di credito che non si sono costituiti parte civile.

Il sistema era ben collaudato: in qualità di promotori o organizzatori, appoggiandosi ad una cooperativa sociale di Sanremo, trovavano dei prestanome perlopiù nullatenenti (teste di legno), che dovevano passare poi come richiedenti del mutuo grazie al fatto che venivano artefatti i documenti inerenti alla loro situazione lavorativa e reddituale, attraverso un commercialista.

Per cui persone notoriamente anche borderline e comunque con un passato burrascoso, si trovavano a chiedere mutui superiori anche a 100mila euro.
I mutui, che poi ovviamente non venivano onorati, erano finalizzati ad essere basati su delle stime gonfiate rispetto al reale valore dell’immobile o del mezzo.

Il guadagno per ‘i vertici’ consisteva nella spartizione della plusvalenza generata nella differenza tra gli importi erogati e quelli che dovevano servire ad un nuovo acquisto di immobili.

Le somme richieste erano ingenti, da un minimo di 40mila fino a 680mila euro con una media che nella maggior parte delle operazioni si aggirava sopra i 100mila euro.

Tra i reati contestati anche quello di associazione per delinquere ai fini della truffa.