Uccise il figlio a dicembre

Delitto del piccolo Semyon: Natalia Sotnikova era incapace di intendere e volere

“Totale infermità di mente al momento del fatto”. E' questo il verdetto della perizia disposta sulla 40enne russa

ricerche semyon

Natalia Sotnikova, la mamma del piccolo Semyon,  era incapace di intendere e volere. “Totale infermità di mente al momento del fatto”.

E’ questo il verdetto della perizia disposta dalla Procura della Repubblica di Imperia sulla 40enne russa che nel mese di dicembre abbandonò il figlio di soli 9 mesi nello specchio d’acqua davanti a Bussana.

Determinata, appena compiuto l’omicidio crudele del figlio, addirittura euforica Natalia, davanti ai pm di Imperia, aveva raccontato l’orrore di quanto era successo nei minimi dettagli prima di essere fermata per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.

Natalia Sotnikova ha preso il bambino alle 2 ed è uscita dall’albergo a Bordighera, ha preso la Bmw noleggiata dal marito a Ginevra, ha girato un po’ e poi si è fermata sulla scogliera a Bussana. Ha legato il bimbo dentro il marsupio che aveva davanti, si è immersa, ha nuotato per qualche centinaio di metri e quando si è accorta che il bambino era morto si è slacciata di dosso il marsupio e l’ha lasciato andare.

Tutto questo perché la donna riteneva il bambino affetto dalle stesse gravi patologie di cui soffriva la madre di Natalia, epilessia e schizofrenia. E tutto questo perché nei giorni scorsi il bimbo ha avuto alcune reazioni fisica alla nascita del primo dentino. Natalia poi è tornata in albergo.

La donna era poi tornata nella suite che occupava assieme a suo marito, un broker del petrolio russo che l’ha sposata qualche tempo fa in Florida. Era stato proprio lui, una volta sentita la donna che gli ha raccontato di aver ucciso il bambino, a chiamare il 112 per il tramite di un dipendente dell’albergo di madrelingua russa.

In fondo Natalia non ha “confessato” di aver ucciso il piccolo Semyon, avuto da una precedente relazione. L’ha semplicemente ammesso e ne ha anche sottolineato le motivazioni: doveva morire perché avrebbe potuto essere malato.

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