“La vita è un dono prezioso che non sempre l’uomo sa accogliere e curare”

2 agosto 2014 | 03:00
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“La vita è un dono prezioso che non sempre l’uomo sa accogliere e curare”

San Francesco di Sales ricorda: “Nella dieta dell’anima ci vuole una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza”

La vita è un dono prezioso che non sempre l’uomo sa accogliere e curare in modo adeguato e giusto. Sprechi di energie, tempo dedicato ad attività futili e dannose, ignavia: sono cause che appesantiscono e depauperano l’umanità e favoriscono la mentalità di credersi padroni della propria vita e quindi in diritto di gestirla con scelte e comportamenti liberi da ogni norma. E proprio in questa ideologia stanno le radici dello sfaldamento di ogni realtà, a cominciare dalla singola persona sino a toccare l’intera società. Di fronte al degrado morale che inquina e stravolge tutto, non si può e non si deve restare indifferenti e inerti.

E’ doveroso reagire positivamente con decisione per richiamare e proporre i valori indispensabili perché ogni uomo possa realizzarsi pienamente. In questo impegno, come sottolinea Pierre Teilhard de Chardin, il cristiano dev’essere in prima linea: “E’ un dovere specificamente cristiano quello di crescere, anche davanti agli uomini, e di far fruttare i propri talenti anche naturali”.

Si tratta indubbiamente di un compito serio, che occupa tutto lo spazio e il tempo di una esistenza e che ha bisogno dell’apporto di tutte le capacità dell’uomo per rispondere alle autentiche esigenze, sia fisiche che spirituali. Sono inevitabili difficoltà, ostacoli che contrastano e potrebbero vanificare l’impegno, soprattutto se mancano chiarezza, motivazioni, insieme al sostegno e alla forza di un’indispensabile educazione permanente, illuminata e rigorosa.

San Francesco di Sales ricorda: “Nella dieta dell’anima ci vuole una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza”. Il credente poi sa che lo sbocco finale è la vita eterna, in vista della quale Santa Teresa d’Avila ammonisce: “Pretendere di entrare nel cielo senza prima entrare in noi stessi per meglio conoscerci e considerare la nostra miseria, per vedere il molto che dobbiamo a Dio e il bisogno che abbiamo della sua misericordia, è una vera follia”.

DON GIACOMO SIMONETTI