“Non c’è creatura umana che non debba la sua speranza a Cristo Signore”

La liturgia di questa grande settimana è un forte richiamo e una grazia per rendere autentica la fede, limpida e coerente la vita cristiana aggredita dal tarlo malefico dell’abitudine
“Gesù non soltanto è morto sulla Croce per nostro amore, ma nella Croce ci ha dato la vita e non c’è creatura umana sulla faccia della terra dall’inizio alla fine del mondo che non debba la sua speranza a Cristo Signore”. Queste parole del card. Carlo Maria Martini, che sottolineano il significato e il valore della Croce, ci introducono nella Settimana Santa.
Sono un invito a contemplare il Crocifisso fissando il nostro sguardo, lungamente e intensamente, su di Lui. Inoltre una constatazione di Sir Winston Churchill risuona come un’esortazione meritevole di essere accolta: “Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, ma solo poche catturano il cuore: segui quelle”. La visione di Gesù in croce senza ombra di dubbio cattura sia lo sguardo che il cuore.
La liturgia di questa grande settimana è un forte richiamo e una grazia per rendere autentica la fede, limpida e coerente la vita cristiana aggredita dal tarlo malefico dell’abitudine che porta a considerare come fatti risaputi e scontati anche gli eventi decisivi della nostra salvezza, ottenuta dal sacrificio cruento del Salvatore. Rivivere, con intensità di raccoglimento e di preghiera, la passione e la morte del Signore è un formidabile scossone spirituale che apre i cuori induriti e li porta ad essere riconoscenti per l’amore infinito del Signore Gesù verso tutti gli uomini, nessuno escluso.
E’ un atteggiamento spirituale che richiede, come condizione, il raccoglimento e il silenzio sull’esempio dei monaci dai quali, osserva Anselm Grün , viene rispettato perché: “ha una funzione terapeutica. Esso aiuta a prendere le distanze dall’agitazione e dalla collera, aiuta a conoscere meglio se stessi in quanto non permette di sfogare immediatamente sull’altro la rabbia, ma inizia a trattenerla per analizzarla”. Solo nel nome e nell’amore di Gesù si rinnova il mondo, perché osserva Boris Pasternak: “Nell’abbraccio di Cristo, nasce l’uomo”. E il beato Columba Marmion: “Se non amate Dio, l’amore che nutrite per il prossimo non resisterà a lungo davanti alle difficoltà che incontrerà nel suo esercizio”.
DON GIACOMO SIMONETTI