Scoperto dalla polizia un GIRO DI BABY PROSTITUTE, studentesse di 14 e 15 anni/ 5 INDAGATI

Chiedevano dai 30 ai 50 euro a prestazione e incontravano i loro clienti – tutti adulti e molti con figlie della stessa età – in auto, in luoghi pubblici, tipo parcheggi o spazi situati anche nell’entroterra
Un giro di baby-squillo, messo in piedi circa un mese fa, da tre amiche studentesse della provincia di Imperia, di 14 e 15 anni, è stato bloccato sul nascere dagli agenti del commissariato di Ventimiglia che hanno indagato cinque clienti, che ora dovranno rispondere di prostituzione minorile.
Dalle indagini – coordinate dalla procura distrettuale di Genova – è emerso che le ragazzine, tutte di buona famiglia, si prostituivano tramite annunci su siti internet dedicati agli incontri. Chiedevano dai 30 ai 50 euro a prestazione e incontravano i loro clienti – tutti adulti e molti con figlie della stessa età – in auto, in luoghi pubblici, tipo parcheggi o spazi situati anche nell’entroterra.
I poliziotti, diretti dal vice questore aggiunto, Giuseppe Ruggiero, hanno sequestrato pc e telefonini cellulari delle ragazze, dai quali hanno ricavato una lista di decine di clienti, molti anche di fuori provincia.
A carico dei cinque indagati la polizia ha effettuato altrettante perquisizioni, alla ricerca di materiale pedopornografico. In un solo caso hanno trovato della droga e l’uomo è stato arrestato. Nessun provvedimento, invece, è stato preso nei confronti dei genitori, ignari dell’attività delle figlie, così come i loro amichetti, che nulla sospettavano. Stando a quanto accertato dagli inquirenti sembra che le ragazze avessero preso spunto, nei mesi scorsi, dall’analogo caso dei Parioli, a Roma. Si sarebbero, insomma, fatte ingolosire dai "facili guadagni".
Con i soldi che riuscivano così a incassare – poche centinaia di euro a settimana – acquistavano vestiti, neppure troppo costosi; frequentavano i locali della movida della Riviera; si approvvigionavano di cosmetici e andavano dalla parrucchiera. Il tutto nel più assoluto anonimato.
Le indagini hanno preso le mosse, pochi giorni fa, dalla denuncia di un cliente, un trentenne, che una volta accertato di trovarsi di fronte a una ragazzina, ha rifiutato il rapporto ed è corso dalla polizia a denunciare l’accaduto. Ma non è tutto. Le ragazze inserivano gli annunci, fornendo nomi falsi e non utilizzavano mai i social network, per evitare che si venisse a sapere del giro tra gli amici.
Oltre a prestazioni vendevano pure foto osè. I rapporti avvenivano tutti nelle ore pomeridiane, tra le 14 e le 18, in quanto alla sera non potevano uscire. Ai genitori, naturalmente, dicevano di uscire con le amiche o di andare al bar. Invece, si presentavano all’appuntamento fissato per telefono con i loro clienti. Tra quest’ultimi c’erano imprenditori, professionisti, commercianti e via dicendo. Molti uomini sposati e con figlie coetanee delle ragazze. Ora, rischiano pene tra i 6 e i 12 anni. Una volta portate in caserma, le ragazze si sono messe tutte a piangere, riconoscendo di aver sbagliato e pentendosi per ciò che avevano commesso.