Sanremo capoluogo di provincia, questione che si ripropone ciclicamente

Vittorio Emanuele II si schierò subito per la scelta di Sanremo, ma fu bloccato da Cavour, che riteneva la futura Città dei Fiori troppo vicina al neonato confine nazionale
La questione di Sanremo capoluogo di provincia non è nuova e si ripropone in modo ricorrente dall’epoca della cessione di Nizza alla Francia , quando lo Stato unitario si chiedeva a quale città della Riviera di ponente dovesse essere assegnato il ruolo di centro di riferimento della parte ligure rimasta alla nascente Italia. Vittorio Emanuele II si schierò subito per la scelta di Sanremo, ma fu bloccato da Cavour, che riteneva la futura Città dei Fiori troppo vicina al neonato confine nazionale (i maligni dicevano, in realtà, che la decisione del primo ministro era legata al flirt di quest’ultimo con un’avvenente signora di Porto Maurizio, circostanza che favorì – sembra – lo spostamento in tale città delle principali attività amministrative del nuovo circondario). Il riequilibrio a ponente della funzione politico-amministrativa si pose in più occasioni in seguito anche durante la guerra di liberazione, quando emerse l’ipotesi di una provincia lunga da Ventimiglia a Finale). La creazione della provincia di Imperia nel Ventennio fascista non venne peraltro più messa in discussione: si racconta, in proposito, di quel prefetto che – si dice- chiedesse al Duce con una vena di simpatico romanticismo da belle époque e con un’articolata ed argomentata relazione, di trasportare la sede della provincia da Imperia a Sanremo, trovando più logica e funzionale tale decisione soprattutto per le qualità turistiche e climatiche. Inutile dire che a tale solerte rappresentante dello Stato giunse un cifrato riportante la premesse: "Si decifri da sé", operazione che mirava ad annunciargli il laconico e perentorio decreto di destituzione immediata. Non sembra tuttavia che la questione sia oggi rivestita di quell’attualità ed urgenza che un tempo poteva avere.
Pierluigi Casalino