“Verificare sempre i nostri comportamenti per un valido contributo al bene dell’intera società”

“Contro l’aggressione continua della civiltà del benessere il cristiano è invitato oggi a costruire la genuina scala dei valori delle scelte” sottolinea il cardinale Gianfranco Ravasi
Non dobbiamo mai stancarci di verificare i nostri atteggiamenti e comportamenti perché la nostra presenza nel contesto dell’attuale complessa realtà storica possa recare un valido contributo al bene dell’intera società. Si tratta di un impegno preliminare e di una condizione necessaria ad un vero discernimento, insostituibile guida per operare con rettitudine e coerenza in mezzo alle vicissitudini che costituiscono l’ordito delle nostre esperienze quotidiane.
Non è data altra possibilità per essere veramente se stessi e liberi da condizionamenti ed ipocrisie. Arthur Schnitzler lo ha affermato con l’aforisma: "L’intelligenza e la bontà preferiscono entrare in scena senza maschera". In altri termini: la dignità dell’uomo si manifesta nella cura posta ad assimilare e a custodire i valori e acquisire le attitudini che qualificano e arricchiscono il suo essere vero uomo.
Compito arduo, che comporta un continuo impegno, che non si deve presumere di poter affrontare con le proprie ed esclusive risorse. A proposito è significativa e suggestiva la similitudine proposta da Sant’Agostino: “Sulla terra il cuore non si corrompe, se lo si innalza verso Dio. Se tu avessi del grano in cantina, lo porteresti nel granaio, per evitare che marcisca. Se dunque sposteresti il tuo grano collocandolo al piano superiore, a maggior ragione devi preoccuparti del tuo cuore, elevandolo verso il cielo”.
E il card. Ravasi aggiunge: “Contro l’aggressione continua della civiltà del benessere il cristiano è invitato oggi a costruire la genuina scala dei valori delle scelte. Incubi, stress, angoscia nascono da questa maniacale ricerca di feticci, di cose, di denaro e di godimento immediato. Le cose e l’allegria sono dotate di senso solo quando sono inserite in un quadro autentico di valori. Colui che si lega col cuore alle cose morte diventa partecipe del loro destino”.
DON GIACOMO SIMONETTI