Stop a caccia, Francesco Cutrera (Presidente provinciale Anlc) replica a associazioni ambientaliste

18 ottobre 2013 | 10:43
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Stop a caccia, Francesco Cutrera (Presidente provinciale Anlc) replica a associazioni ambientaliste

“Che i cacciatori liguri siano 25 mila o 18 mila cambia poco la questione; non è la quantità che disconosce loro il diritto di essere tutelati o meno, come qualsiasi altra categoria”

Mi pronuncio in merito al comunicato stampa pubblicato online dalle Associazioni WWF, Lac e Vas.

Tutti questi “è falso…!” rappresentano un segno di chiusura nell’affrontare le problematiche venatorie e quelle, indissolubilmente unite, del mondo agricolo di questa provincia. E non fanno altro che confermare la loro ignoranza in materia venatoria. Dico questo perché coloro che avanzano, con fermezza, certe affermazioni probabilmente non conoscono il terreno su cui credono, invece, di muoversi con disinvoltura.

Che i cacciatori liguri siano 25 mila o 18 mila cambia poco la questione; non è la quantità che disconosce loro il diritto di essere tutelati o meno, come qualsiasi altra categoria. In questo caso le associazioni ambientaliste si potrebbero lagnare del fatto di aver fatto “innervosire” un numero minore di cacciatori! Questo si che per loro potrebbe essere un grave problema.

I cacciatori pagano tasse per oltre 600,00 € e questo è assolutamente vero! Forse che le associazioni pseudo ambientaliste si siano dimenticate della tassa d’iscrizione all’ATC o al CA? e, ancora, per chi opta per la caccia al cinghiale hanno dimenticato che il “bollino blu” comporta una tassa aggiuntiva? e che abbiano, ancora, omesso di dire che per poter cacciare nel territorio venabile E’ OBBLIGATORIA una polizza assicurativa la quale, anche se non è una tassa, è un’imposizione senza il cui possesso non si può essere in regola con la licenza? Questa non è falsità… è semplicemente la realtà e chi dice il contrario tiene sotto l’ascella la classica “volpe”, pelo e coda compresi!

E’ falso che il calendario venatorio abbia passato il vaglio del TAR Liguria?? Ma cosa vanno blaterando codesti signori? Il TAR ligure non ha concesso la sospensiva perché non esistono i presupposti  della “compromissione del  patrimonio faunistico “ in territorio ligure – come conferma, invece, il Consiglio di Stato – e lo dimostra il fatto che la caccia è aperta da un mese, che la selvaggina migratoria sta effettuando il passo autunnale proprio in questi giorni e che di cinghiali se ne sono abbattuti “un bigo” . E poi, lor signori mi dovranno spiegare una cosa, visto che la Regione Liguria è incompetente.. se il TAR si deve ancora pronunciare, come mai è stato possibile il ricorso in Consiglio di Stato? Non ci sono delle leggi, dei termini e delle regole da rispettare anche in questo caso?

E’ falso che in attesa di un nuovo provvedimento si perdano giornate di caccia al cinghiale utili a tutelare le aree agricole?? Mi scusino le associazioni ambientaliste, ma dove vivono? Su Marte o a Forlimpopoli? Che si facciano battute di sfoltimento tutto l’anno è una stortura che, ammetto, non dovrebbe esistere se il periodo di caccia fosse regolamentato diversamente. Il guaio è che i cinghiali scendono a valle a foraggiarsi e a bere proprio nei periodi estivi in cui la caccia è chiusa. Mentre il mese di gennaio è il periodo in cui le femmine di cinghiale sono, per la maggior parte, gravide. Se lor signori hanno pure l’arroganza di voler fermare la caccia nel periodo regolamentare mi dicano, allora, come intendono risolvere il VERO problema che opprime oramai da tempo il mondo agricolo.. con la stricnina forse?

Sulla questione del parere ISPRA mi piacerebbe calare un velo pietoso.. ma non riesco a farlo! E’ falso (stavolta lo dico io) che l’Istituto abbia una posizione ferma e decisa sulla questione. La dimostrazione è evidente se si pensi che l’anno trascorso esso – l’Istituto – ha posto l’accento su alcune specifiche criticità mentre quest’anno le ha, praticamente, smentite. Anzi! Il parere e ripeto PARERE rilasciato per la stagione venatoria 2013/2014 è tutto imperniato a promuovere una più attenta regolamentazione dei flussi migratori di turdidi e anatidi in particolare e a favorire l’utilizzo di ogive monolitiche nelle aree umide. Mentre per l’anno trascorso sembrava dare giudizi e dettare disposizioni su argomenti in cui solo la legge può intervenire. Mi domando, ancora, se sulla questione della migrazione di tordi, anatre e beccacce le associazioni venatorie e l’ISPRA non abbiano fatto una valutazione di ciò che succede oltr’alpe! In Francia – uno Stato dell’unione europea che, si dice, confina con l’Italica provincia di Imperia – le regole per quel tipo di selvaggina sono completamente diverse e molto più permissive. La migrazione e la pressione venatoria è assai più consistente, anzi! In Francia si può cacciare sette giorni su sette, e malgrado ciò il “loro” patrimonio faunistico non subisce rischi di compromissione, come invece sembra accadere un metro prima, in Italia,  almeno stando alla lettura dell’Ordinanza del Consiglio di Stato.

La regione, spiace a tutti, non ha un piano faunistico-venatorio aggiornato… è vero. Ha, comunque, un Piano faunistico-venatorio, che va in proroga probabilmente perché vorrà redigere, in complesso, un documento che tenga conto delle idee e delle proposte di tutte le parti interessate; anche delle associazioni ambientalistiche presenti sul territorio. Sulla questione del rigoroso rispetto della normativa statale vigente da parte della Regione Liguria non comprendo quale sia il – vero – motivo che spinge le associazioni ambientaliste ad avanzare simili affermazioni. Ricordo che la Regione ha appena avuto ragione su un ricorso presentato dallo Stato in sede costituzionale, proprio in merito al rispetto della normativa. Sono convinto, quindi, che anche per quel che attiene alla redazione del Calendario Venatorio essa abbia fatto tutto nella norma e nella legalità; la palese dimostrazione di quanto affermo è che il TAR ligure ha bocciato, senza se e senza ma, la richiesta di sospensiva avanzata dagli ambientalisti.

Sono convinto – e concludo – che il fanatismo che guida le idee delle associazioni ambientaliste non potrà mai portare a concertare nulla di concreto nel nostro territorio e in generale in Italia. Al contrario delle analoghe organizzazioni di altri Paesi comunitari che hanno, invece ottenuto e ottengono nelle vicende venatorie, risultati importanti, condivisi ed equilibrati, per il benessere di cittadini, cacciatori, associazioni di categoria e fauna venabile.

Il Presidente Provinciale ANLC
Francesco CUTRERA